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Per gli animali d'affezione spendiamo oltre 1 milione di euro l'anno, fra pappe ed altro. Negli Stati Uniti, dove il mercato è già saturo, la spesa annua per il pet food raggiunge gli 11 miliardi di dollari all¹anno. Quello del pet food è un settore assai lucrativo ed in rapida espansione, tanto che la percentuale di crescita annua delle vendite, qui da noi, si aggira fra il 5 e l'8%. Ma cosa diamo realmente da mangiare ai nostri amici a quattro zampe? E cosa si cela dietro la produzione di crocchette e scatolette? Pubblicità tenere ma ingannevoli nascondono una realtà per nulla rassicurante.
Vivisezione e pet food Le maggiori aziende produttrici di pet food mantengono colonie di cani e gatti per testare le nuove pappe messe in commercio. Si tratta di test che NON sono obbligatori per legge. L¹unica azienda ad avere permessi per la ricerca in Italia è la Friskies, che nei suoi laboratori di Bertiolo, in provincia di Udine, compie esperimenti anche cruenti. Questo però non vuol dire che scatolette o crocchette di altre marche non siano testate: la maggior parte dei mangimi che acquistiamo viene infatti importata da Stati Uniti (dove solo la Friskies ha altri 2 centri di ricerca), Inghilterra e Francia. Il mercato del pet food è monopolizzato da multinazionali come la Nestlé o la Procter & Gamble, proprietarie dei marchi più famosi e venduti. Le aziende riportate nella tabella negativa compiono direttamente o indirettamente esperimenti su animali. Spesso le aziende si nascondono dietro il paravento della mancanza di laboratori di proprietà per negare i test di vivisezione che sono in realtà da loro commissionati a laboratori esterni. E' invece più difficile che test inutili e costosi vengano compiuti da aziende medio-piccole: stiamo svolgendo un¹indagine approfondita i cui risultati verranno pubblicati sul prossimo numero de Gli Altri Animali e sul sito di OIPA Italia www.oipaitalia.com
I test su animali (inutili e crudeli) potrebbero essere facilmente aboliti mettendo in commercio prodotti sicuri, la cui appetibilità e digeribilità siano garantite dalla buona qualità degli ingredienti e grazie ad indagini di mercato presso campioni di clienti e rifugi per animali randagi. Proprio questa è la politica della Arovit, produttore di cibo per animali reperibile nelle più importanti catene della grande distribuzione (vedi tabella). La casa madre della Arovit conduce in Danimarca i cosiddetti in home test: 300 possessori di cani e gatti somministrano all¹animale un mangime prodotto dalla Arovit ed uno di altra marca, osservano le preferenze dei quattrozampe e quindi compilano una scheda di valutazione. Nei programmi della Arovit il lancio di una linea biologica. Ad ogni modo, nessuno dei loro prodotti contiene aromatizzanti, coloranti, conservanti o farine di carne. Un altro marchio non testato è la Natural life pet food, attualmente distribuito solo in Lazio, Emilia e Campania (entro l'anno prossimo sarà disponibile in tutta Italia).
Fonte: www.oipaitalia.com