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IL SINDACO "NON SFRATTEREMO MAI TRECENTO CANI" 18 nov 11 Viterbo, l'Enpa agisce per vie legali. Il primo cittadino: «Costruiremo un nuovo rifugio», «Diversi mesi fa – ricorda il primo cittadino – ho parlato con il presidente dell'Enpa e gli avevo manifestato l'idea dell'acquisto dell'area. Avevamo fatto una proposta in relazione a quello che sono i valori di mercato, ovvero il terreno su cui sorge il canile è un terreno agricolo e, quindi, lo abbiamo valutato come tale. Ma non abbiamo avuto nessuna controproposta in merito, anzi, l'Enpa ci ha risposto che dovevamo lasciargli il canile. Abbiamo, quindi, dato incarico al nostro legale di seguire questa vicenda – ha proseguito Marini - Stiamo anche lavorando per un futuro canile, che è poi l'idea della precedente amministrazione, che dovrebbe sorgere in un'area sulla strada Teverina. Però ci vuole del tempo per realizzarlo. C'è stato del resto un ricorso al Tar, una prassi amministrativa che ha portato ad allungare i tempi».
Ma che fine faranno nel frattempo gli ospiti del canile di Bagnaia, visto che ci vuole del tempo per la realizzazione del nuovo canile e che lo sfratto sembrerebbe imminente? «Noi vogliamo costruire un nuovo canile, ma in questo momento serve il buonsenso – risponde il sindaco - Non possiamo sfrattare i cani. Se l'Enpa ci caccia mi sembra un po' un controsenso - incalza il primo cittadino - Farebbe un'azione che va proprio fuori da quello che è la sua missione. Del resto – prosegue Marini – hanno a che fare con un sindaco che ha 5 cani, di cui 2 cuccioli trovati per strada e portati in casa da mio figlio. Uno di questi si è fatto male qualche giorno fa ed ha una zampa ingessata. Non mi vergogno a dire che ieri sera ha dormito vicino a me. Ognuno si assuma, quindi, le proprie responsabilità.
Come Comune noi abbiamo chiesto correttamente l'acquisto del terreno – rimarca il primo cittadino - In un primo tempo l'Enpa sembrava favorevole, poi non so cosa sia successo, fatto sta che non abbiamo avuto neanche una controproposta. Ora ci devono dare il tempo necessario per realizzare il nuovo canile, che finora non siamo riusciti a costruire per quegli impedimenti a cui ho accennato prima». Dal canto suo l'Enpa, ritiene che proprio per il benessere degli stessi animali l' ente ha notificato al Comune di Viterbo l'atto di sfratto con il quale chiede il rilascio del rifugio di proprietà della Protezione Animali. In ballo c'è il futuro di circa 300 cani attualmente presenti nel canile, gestito dal 2007 dal Comune di Viterbo come custode giudiziario. L'amministrazione comunale ha poi continuato a gestire la struttura dal dicembre del 2009, dopo il dissequestro in seguito all'assoluzione del dirigente dell'Enpa, accusato di maltrattamento, in attesa del trasferimento dei cani un una struttura consona e conforme con le norme vigenti in materia. Oggi l'Enpa, dopo due anni dal dissequestro, non ritiene più rinviabile tale trasferimento ed ha messo, quindi, con le spalle al muro l'amministrazione comunale. Per l'ente nazionale protezione animali il rifugio Novepani, infine, vista la classificazione urbanistica della zona (terreno agricolo) non permette alcun intervento edilizio e, quindi, per il benessere degli animali sarebbe auspicabile un altro rifugio.
Wanda Cherubini - Il Tempo animalieanimali.it