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CANE A CATENA, GIOVANE A PROCESSO
La bestiola era poi scappata fuori dal cancello ed era stata investita da un'auto. «Non è colpa mia».
9 agosto 2012 - Finirà a processo per maltrattamenti di animali, nel caso il cane del suo vicino. «Ma quale maltrattamento, io quel cane l'ho aiutato. Gli animali io li amo, mi spiace per quello che è successo ma non mi sento per nulla responsabile. Chi maltratta gli animali è qualcun altro, come chi costringe i cani ad una vita d'inferno».
    
Il cittadino romeno Adrian Barcaru, 35 anni, residente in città in strada di Costabissara, dovrà presentarsi in tribunale in autunno davanti al giudice Carli. Assistito dall'avv. Vettore, deve rispondere appunto di maltrattamento dopo essersi opposto ad un decreto penale di condanna di qualche migliaio di euro. I fatti contestati dal pubblico ministero Claudia Dal Martello risalgono all'estate 2010. All'epoca l'immigrato abitava in strada di Polegge, a fianco del pensionato vicentino Adolfo Moro. In base a quanto ricostruito, Moro aveva un cane da caccia e lo teneva alla catena, in giardino. 
   
L'animale a detta dell'imputato abbaiava dalla mattina alla sera: ogni volta che qualcuno passava davanti a casa, ma spesso anche senza motivo. A lui quel cane dava indubbiamente fastidio, ma gli faceva anche molta pena per quella vita in pochissimi metri quadrati. Per questo un giorno di fine luglio Barcaru sarebbe entrato nella proprietà del pensionato - il portone del cortile era aperto - e avrebbe raggiunto il cane dopo aver spalancato il cancello che dava in giardino.
      
Avrebbe staccato il cane dalla catena, affinchè la smettesse di abbaiare, e quest'ultimo in un lampo sarebbe scappato fuori, raggiungendo di corsa la strada. In un attimo è stato lungo la Marosticana, dove poco dopo, mentre Barcaru cercava di raggiungerlo, era stato investito da un autocarro in transito.
     
L'autista non era riuscito ad evitarlo. Il cane era rimasto ferito e Barcaru lo aveva soccorso e portato a casa. Aveva atteso il ritorno di Moro e gli aveva spiegato l'accaduto. Il pensionato si era molto arrabbiato e aveva portato l'animale dal veterinario. Quindi aveva ammonito il romeno di non entrare più nella sua proprietà e gli aveva urlato che i cani da caccia sono abituati a stare alla catena. Infine aveva segnalato l'accaduto alle forze dell'ordine, che avevano provveduto a denunciare l'immigrato in procura.
Successivamente, il magistrato aveva fatto emettere un decreto penale di condanna ma Barcaru si era opposto al pagamento preferendo farsi processare. Il giovane è infatti convinto di non aver maltrattato nessun cane, e semmai che era il suo padrone a dover riflettere su come lo teneva.
  
Si difenderà in aula. 
       
D.N. - Il Giornale di Vicenza
da AnimalieAnimali

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