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PROPRIETARIO DI UN SEGUGIO CONDANNATO PER MALTRATTAMENTO DI ANIMALI: su denuncia della LAV veronese
2012-02-20 Augusto Ceradini, un cacciatore di Sant'Anna d'Alfaedo proprietario di un segugio, è stato condannato alla multa di 7.500 euro per maltrattamento di animali. Il Corpo Forestale dello Stato aveva posto sotto sequestro l'animale in seguito a denuncia della LAV di Verona. Il cagnolino, battezzato Filippo dai volontari della LAV che l'hanno preso in affido giudiziario, è stato confiscato e affidato in via definitiva all'associazione. 
I fatti risalgono all'agosto scorso, quando alcuni escursionisti diretti alla Spluga della Preta sul Corno d'Aquilio, preoccupati per i latrati e l'abbaio insistente proveniente da una malga diroccata, avevano interessato del caso la LAV che tempestivamente, valutata la gravità della situazione in cui era costretto a vivere l'animale, aveva chiesto ed ottenuto il sequestro del cane. Ora il Tribunale di Verona ha condannato il Ceradini "in ordine al reato di cui all'art. 544 ter c.p. perchè, senza motivo alcuno, custodiva un cucciolo di segugio di tre mesi di età, tenendolo sempre legato ad una catena, all'interno di un locale in disuso e privo di serramenti, ove erano presenti immondizia ed escrementi del cane medesimo, con il cibo gettato sul pavimento in assenza di ciotola, dunque con modalità contrarie alle caratteristiche etologiche dell'animale"
"La pratica della caccia offre una vasta gamma di crudeltà tra le quali, in moltissimi casi, il maltrattamento dei cani che vengono utilizzati per questa attività sanguinaria: cani considerati alla stregua di oggetti da tenere in vita con il minor costo possibile, senza considerazione alcuna per la loro natura di esseri senzienti" dice Lorenza Zanaboni, Responsabile LAV per la provincia di Verona. "Nel caso del segugio confiscato, ci chiediamo quale mente malvagia possa pensare di legare ad una corta catena all'interno di una malga abbandonata in montagna, dove le temperature sono rigide nelle ore notturne anche in estate, un cucciolo di cane di tre mesi, in piena solitudine di giorno e di notte, privato della presenza della madre e dei suoi fratellini o, in alternativa, della presenza umana" conclude la Zanaboni. Plauso della LAV al magistrato che ha scelto di condannare il proprietario del cane in ordine al reato di maltrattamento di animali anzichè a quello più lieve di detenzione incompatibile con la natura dell'animale. 
www.veronacomunica.it

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