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Massacrano il gatto a colpi di badile
 
MALTRATTAMENTI. Due fratelli di Boscochiesanuova hanno patteggiato 14 mesi convertiti in 10.500 euro ciascuno. Aveva preso un coniglio. Nella fuga si era impigliato in una rete: non hanno avuto pietà
 
25/05/2011
I due fratelli sono comparsi davanti al gup in Tribunale Verona. Il 27 febbraio dello scorso anno la trovarono intrappolata nella recinzione di un loro terreno e la finirono a badilate sulla testa. Una morte atroce per quella gatta bianca e rossa che credevano fosse randagia (ma questo non avrebbe in alcun modo modificato la crudeltà di quel comportamento) e così si giustificarono i fratelli Adelino e Flavio Melotti davanti a chi, testimone di quello scempio, chiese spiegazioni. Invero i due fratelli nati a Boscochiesanuova nel '42 e residenti in via Belluno (dove si trova l'appezzamento di loro proprietà) alla signora che disperata assistette all'agonia di quella povera gatta dissero che poiché l'animale era entrato nella loro proprietà apparteneva a loro. Aggiunsero che potevano fare quello che volevano e che «i gatti randagi si possono anche uccidere» se entrano in un terreno privato.
 
La tragedia raddoppiò quando la testimone, che sapeva che la micia era una gatta di casa, telefonò alla proprietaria raccontandole quello che era successo. La signora si sentì male, disperata si rivolse ai due fratelli Melotti che si scusarono e offrirono un risarcimento. Lei non ne volle sapere, del resto nulla avrebbe potuto non solo restituirle la sua gatta ma soprattutto lenire la sofferenza di sapere che la povera bestiola era stata uccisa in quel modo atroce: immobilizzata dalla rete e colpita ripetutamente sulla testa con un badile. Non volle denari ma li denunciò. Il fascicolo arrivò al dottor Marco Zenatelli che dispose il giudizio immediato con l'accusa di maltrattamento di animali.
 
Ieri mattina, davanti al giudice dell'udienza preliminare Paolo Scotto di Luzio, i due fratelli (difesi dall'avvocato Luca Mignolli e dal dottor Tommaso Trevisiol) hanno sostenuto che erano stati notati ammanchi di conigli e la gatta era stata sorpresa con un animale tra le fauci. Nemmeno questa è una scusa che giustifica quella fine. La proprietaria in udienza non c'era, al suo posto, in qualità di parte offesa, c'era la rappresentante della Lav (tutelata dall'avvocato Manuela Pasetto) e i signori Melotti hanno chiesto di patteggiare: un mese e 12 giorni la pena concordata che su richiesta degli imputati è stata convertita in pena pecuniaria. Dovranno pagare 10500 euro a testa e non è escluso che, in seguito a questo, l'associazione animalista intenti la causa civile.F.M.

L'ARENA

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