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Nonostante avesse confessato il pm aveva chiesto l'archiviazione per mancanza di "elementi idonei e sufficienti". Richiesta respinta. L'imputato dovrà rifondere le associazioni che si erano costituite parte civile: Leal e Dingo
 
Roma, 6 giugno 2015 - Si è svolta nei giorni scorsi  presso il Tribunale di Belluno, l'udienza per la strage di una colonia felina di San Vito di Cadore (15 gatti circa tra cuccioli e adulti avvenuta nell'agosto 2013). L'accusato G.B. ha concordato una condanna a 5 mesi e 10 giorni con pena sospesa. Dovrà versare le spese legali alle due associazioni che si sono costituite parte civile, la Leal di Milano e la Dingo di Venezia, assistita questa dall'avvocato Maria Caburazzi. È' possibile (ed auspicabile) ora una causa civile contro questa persona peraltro rea confessa di queste crudeli e inammissibili azioni.
  
La vicenda giudiziaria era iniziata grazie alla denuncia di una signora di Venezia che si prendeva cura della colonia di gatti che vivevano nei prati attorno alla sua casa (incaricando un'altra signora quando era lontana) e che aveva già preso accordi con la locale ASL per il censimento e la sterilizzazione. Gia' negli anni precedenti aveva denunciato la sparizione di alcuni gatti, alcuni rinvenuti orribilmente mutilati.
  
L'imputato aveva tranquillamente ammesso le varie uccisioni, dicendo che quando i gatti diventano troppi li uccideva elencando con freddezza i vari metodi. Anche durante le dichiarazioni rese ai Carabinieri nell'agosto 2013 l'indagato ammise il suo efferato gesto, che è un reato penale punibile pure con il carcere (art. 544 bis Codie Penale). A verbale queste sue agghiaccianti parole: "... Avendo un elevato numero di gatti che ammontano a circa 20 unità, tuttora ne uccido tramite un'accetta lasciando soltanto uno o due, di quelli più belli; gli ultimi che ho ucciso risalgono ad un mese fa ...".
  
Ciò nonostante il sostituto procuratore aveva proposto al Giudice per le Indagini Preliminari di archiviare l'esposto in quanto "... non vi sono elementi idonei e sufficienti a sostenere l'accusa in giudizio." L'avvocato Caburazzi per conto della Dingo aveva fatto opposizione, sostenuta dalla protesta di diverse associazioni animaliste sia veneziane che bellunesi, che avevano anche manifestato davanti al Palazzo di Giustizia, ottenendo che si andasse a giudizio.
   
http://www.quotidiano.net/animali/animali-gatti-belluno-1.1033126

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