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Massacrò la cagnetta che rincorreva una gallina
 
La colpì con una pietra sulla testa: ora è cieca L'uomo ha patteggiato due mesi e 20 giorni
La colpa di Spina fu di aver rincorso una gallina che vagava nel cortile.
La punizione per questo fu tremenda e crudele: Marcello Mazzi, 55 anni di Valeggio, colpì la povera bestiola con una pietra sulla testa in maniera così violenta da farle schizzare gli occhi fuori dalle orbite.
Lei, una bastardina di piccola taglia che aveva partorito da poco due cuccioli, venne raccolta da un vicino che dopo aver assistito alla scena si impietosì e chiamò i vigili che portarono la cagnetta con la testa rotta e gli occhi penzolanti dal veterinario. Spina venne operata d'urgenza ma rimase cieca.
 
Fu sempre lui, testimone impotente insieme ad altre persone (tra cui una bimba che si sentì male dopo aver visto come si era comportato Mazzi), a denunciare quella crudeltà avvenuta a Valeggio alla fine di agosto del 2009. Ieri il cinquantenne davanti al giudice Isabella Cesari ha patteggiato due mesi e venti giorni di reclusione.
 
Parte civile costituita (ma il rito alternativo l'ha esclusa da un eventuale risarcimento) la Lega anti vivisezione (rappresentata dall'avvocato Emanuela Pasetto che potrà comunque intentare nei confronti dell'imputato una causa civile per chiedere i danni).
L'episodio si verificò in estate, Spina dopo l'operazione venne affidata alla Lega anti vivisezione e in febbraio il pm Federica Ormanni dispose il sequestro della cagnetta e dei suoi cuccioli, provvedimento che, seppur tardivo, era originato dal concreto pericolo che Marcello Mazzi potesse ripetere simili azioni violente nei confronti dei suoi animali.
 
Al momento del sequestro i cuccioli, tutti molto affettuosi, erano rinchiusi in un freddo recinto sporco, pieno di escrementi, in un totale stato di degrado e privi di acqua.
I cuccioli furono affidati alla Lega anti vivisezione: ora Spina ha trovato una famiglia che di lei si prende cura,anche i suoi due cuccioli sono stati affidati a chi li terrà lontano da crudeltà e cattiverie.F.M.
 
L'Arena

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