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Ambra è scesa a valle dopo due notti al gelo
La cagnetta dell'alpinista morto è rimasta ad aspettarlo sulla cima



USSEGLIO (TO): Ambra è rimasta lassù, in mezzo ai ghiacci perenni. Sola, impaurita, a più di 3 mila metri di quota, dove l'altro giorno nevischiava e tirava una tormenta gelida e pungente. La femmina di husky è rimasta dove sabato mattina il suo padrone Francesco Zavattiero è morto, dopo essere scivolato per circa 300 metri sul ghiaccio, sotto la cresta della Croce Rossa.
Cercava di recuperare uno sci che gli si era sfilato, si è allacciato i ramponi, poi, improvvisamente, è precipitato. «Ambra» lo ha aspettato lì, vicino a quel muro di rocce, sopra il quale si è disegnata l'ombra dell'elicottero del 118 che ha recuperato e trasportato a valle il corpo dell'alpinista di Leini.
 
Ambra è spuntata, timida e affamata, alla centrale idroelettrica del lago dietro la Torre, a 2300 metri di quota, ieri, poco dopo le 11. Tutti pensavano fosse rimasta sepolta da due valanghe di neve che si sono staccate nel vallone dove, sabato scorso, è precipitato ed è morto Francesco Zavattiero, il suo padrone. Quello che l'animale ha aspettato per due notti, sopportando gelo e tormenta. «Ambra» se l'è trovata davanti Fausto Perino, uno dei dipendenti dell'Enel. Come Kevin Kostner fa per avvicinarsi a «Due Calzini» nel film Balla coi Lupi, anche Perino ha cercato di conquistare la fiducia della femmina di husky con un pezzo di pane, poi con scatolette di tonno e qualche carezza. Sono diventati amici.
 
Perino non ha perso tempo, ha subito preso il telefonino cellulare e ha chiamato concitato il sindaco di Usseglio Aldo Fantozzi e i volontari del soccorso alpino: «Il cane che state cercando è vivo, è qui con me». E pensare che, fino a qualche minuto prima, si pensava al peggio. «Avevamo appena sorvolato il ghiacciaio della Croce Rossa con l'elicottero, notato le tracce dell'husky che si perdevano ai margini delle slavine – racconta Gianni De Podestà, il comandante dei Forestali di Lanzo che, sabato, era con la comitiva di alpinisti e ieri è tornato in quota per cercare «Ambra» - Confesso che avevamo perso le speranze, temevamo fosse sotto metri di neve compatta».
Invece l'husky ha ripercorso a ritroso il tracciato battuto dal gruppo di escursionisti che erano con il suo padrone ed è arrivata fino al lago della Torre, dove era scesa dalla macchina di Zavattiero per iniziare l'ascensione. «Il cane ha rischiato – riflette Perino – perché in quota c'è ancora molta neve, si può sprofondare in qualsiasi punto, scomparire nel mare di bianco».
 
Il momento più commovente è arrivato quando l'husky, trasportato alla centrale del Crot di Usseglio, si è gettato tra le braccia di Enza Rolando, la compagna di Zavattiero. Lacrime e grandi leccate di affetto. «Questo è un cane fantastico – piange la donna – pensate che, due anni fa, salvò la vita a Francesco».
Ricorda: «Erano sul monte Soglio e li sorprese una tormenta gelida che durò per parecchio tempo. Francesco abbracciò la sua “Ambra” per scaldarsi e rimediò solo un inizio di congelamento di alcune dita delle mani». Ieri ad Usseglio sono arrivati anche alcuni amici della vittima. «Se da lassù ci vede Francesco adesso sarà contento – dice Giorgio Massa – perché con questo cane viveva in simbiosi. Lo aveva addirittura addestrato a recuperargli le racchette che perdeva durante le escursioni».
I funerali di Francesco Zavattiero, che abitava al Fornacino di Leini, si svolgeranno domani alle 10 nella chiesa parrocchiale di San Pietro in Vincoli, a Settimo. 
 
Una storia che ancora una volta testimonia l'amore incondizionato degli animali.
 
GIANNI GIACOMINO 
La Stampa
 

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