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UCRAINA: STRAGE DI RANDAGI CON VELENI E FORNI CREMATORI
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27/7/2010
KIEV - Randagi brutalmente uccisi con armi da fuoco, veleni o addirittura bruciati vivi. Accade in Ucraina, dove le autorità locali stanno adottando metodi crudeli per ridurre drasticamente il numero di animali randagi in vista degli Europei 2012.
La notizia choc è stata diffusa dalla Peta (People for the Ethical Treatment of Animals), che ha promosso una petizione contro questo sterminio di massa.
Secondo la Peta e altre organizzazioni animaliste locali come la Sos Animals Society Kiev e la Sos Chats Noiraigue, la situazione sarebbe grave soprattutto in posti come Lysychansk o Mariupol, di farebbe uso di forni crematori mobili o delle cosidette "killing station" dove gli animali verrebbero rinchiusi e lasciati morire di fame e di sete.
Al di là della brutalità dei metodi e della questione di Euro 2012, il problema dei randagi nelle città ucraine è consistente: si calcola che nella sola capitale Kiev ne circolino circa 30.000.
Già nel 2007 il consiglio comunale ha adottato un progetto per 76 milioni di grivne (circa 7,6 milioni di Euro) per far fronte all’emergenza, ma senza troppo successo. Il programma prevedeva sterilizzazioni, creazioni di nuovi canili in ogni quartiere ed educazione pubblica. Per gli animalisti si dovrebbero sterilizzare circa 15.000 all’anno per riportare sotto controllo il fenomeno, ma nel 2009 sono stati solo 3.000 gli interventi effettuati.
Mancanza di denaro e cattivo management sono alla base del fallimento del programma
, con gli stessi addetti ai lavori che non sanno più come fare. «Potremmo sterilizzare 7.000 cani all’anno - ha detto al Kyv Post Vadim Teplyuk, vice direttore di una clinica veterinaria statale della capitale - ma per l’anno corrente non abbiamo ricevuto nessun sussidio». Per Iryna
Tereshchenko della Youth Animal Protection League di Kiev un problema di fondo è anche la mancanza di sensibilità generale nei confronti degli animali, non solo agli alti livelli di chi dovrebbe distribuire fondi e attuare programmi.
Il volontariato non basta, soprattutto a farlo sono studenti o pensionati che spesso con la misera pensione si occupano anche degli animali nei canili.
Fino al 31 luglio a Kiev sono riunite diverse organizzazioni locali e internazionali sotto la coordinazione della Peta per discutere della situazione degli animali randagi e dei presunti eccessi segnalati in alcune località. Una spinta verso una presa di posizione più consapevole e conforme agli standard internazionali da parte delle autorità ucraine è già venuta proprio dalla Uefa, per bocca del suo delegato per gli Europei del 2012. Martin Kallen ha invitato i responsabili a cercare soluzioni più umane.
La Stampa
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