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5/03/2013 - TORINO Da 360 giorni la sua casa è una camera d’isolamento in ospedale, reparto di Cardiochirurgia pediatrica del Regina Margherita. Emma ha 3 anni e mezzo e dal dicembre 2011, quando è stata ricoverata per una malformazione incurabile al cuore, non è più uscita oltre al corridoio del reparto al sesto piano dell’Infantile. Il suo cuore troppo malato è attaccato a una macchina artificiale grande come un condizionatore dell’aria. Emma non può muoversi che per pochi passi, lentamente. Ma oggi è un giorno speciale e i suoi occhi scuri così tristi e spaventati si riempiranno di una gioia autentica: stamattina la mamma arriverà in ospedale con Black, il cane spinone bianco da 24 chili che per due anni, prima del lunghissimo ricovero, è stato il suo inseparabile amico a quattro zampe. Un legame fortissimo È lei, qualche giorno fa, ad aver confessato con le parole dei bimbi di aver nostalgia del suo cagnone, e la caposala, il primario, hanno deciso: Black potrà giocare con Emma, per la prima volta dopo tanti mesi, nella camera d’ospedale. Emma vive grazie a un’enorme apparecchiatura azzurra. Un cuore meccanico ingombrante e pesante molto più di lei. La bimba è al limite del tempo concesso da quel cuore artificiale chiamato «Berlin heart»: «Le permanenze più lunghe con questo ausilio - spiega il responsabile del reparto di Cardiochirurgia pediatrica, Carlo Pace Napoleone - è di 420 giorni. Emma dipende da questa macchina ormai da 360, ma purtroppo, finora, non c’è stata nessuna donazione di organi che rendesse possibile il trapianto». Così a Torino nasce non solo un esempio di Pet-Therapy che oltrepassa le porte di una camera d’ospedale, ma parte anche un appello per sensibilizzare alla donazione. La bimba è da mesi in cima alla lista europea dei trapianti, ma questo non è stato sufficiente per farle avere un cuore nuovo. La sorpresa più bella Black arriverà alle 13. Emma lo aspetterà seduta sul pavimento, perché lui possa correrle incontro e lei possa accarezzarlo come faceva a casa. Sarà un momento tutto loro, emozionante, profondissimo, Emma e Black soltanto. «La verità - racconta Maria, la madre di Emma - è che pensavo impossibile realizzare il sogno di mia figlia. Quando mi ha chiesto di riabbracciare Black, ben sapendo che non avrebbe potuto uscire dall’ospedale, l’ho buttata lì alla caposala, pensavo mi avrebbe risposto che era un desiderio irrealizzabile, invece, dopo un attimo di silenzio, mi ha sorriso: “Perché no?”. E in pochi giorni mi hanno dato il permesso». Pet Therapy La piccola Emma non sa che rivedrà stamattina Black. «Glielo abbiamo nascosto fino all’ultimo». Giorni fa anche l’ospedale di Prato aveva dato il via libera all’ingresso dei cani, come Pet Therapy. Al Regina Margherita esiste il progetto «Angeli custodi a quattro zampe» finanziato dalla fondazione Forma per favorire l’umanizzazione dell’ospedale attraverso l’incontro tra il cane e i bimbi ricoverati, in uno spazio attrezzato fuori dalle stanze. Ma oggi Black farà di più, supererà il confine del reparto e della prudenza estrema di chi ancora non immagina quanto bene possa fare l’incontro di un malato con un suo amico a quattro zampe. marco.accossato@lastampa.it