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SCIOPERO DELLE VENTI GATTARE DI SESTO!

1 ottobre 2010 - Combattive, determinate e per niente scoraggiate dall’assenza delle istituzioni. «Anche se la pazienza ha un limite». Le gattare di Sesto Fiorentino scelgono la linea dura contro l’amministrazione comunale rea, secondo loro, di non avere a cuore le sorti delle centinaia di felini randagi che loro accudiscono quotidianamente.
Maria, Franca, Nadia, Marisa, Pina e altre venti donne dicono di «essere allo stremo, soprattutto economicamente». Anni fa hanno creato delle colonie feline, oggi arrivate a 25. Si tratta di rifugi e cucce sparse nei vari quartieri sestesi: Colonnata, Volpaia, Quinto Basso, Campo Sportivo e Padule, solo per citarne alcuni. Ma adesso «non riusciamo ad andare avanti. Alcune di noi si sono ammalate, i gatti sono abbandonati al loro destino. Vogliamo solo che il Comune rispetti la legge (fra le altre indicazioni, cibo sufficiente al sostentamento ndr) e che ci aiuti nelle sterilizzazioni. Ma dopo incontri e sollecitazioni non abbiamo avuto alcuna risposta». Per forzare la mano all’amministrazione, le gattare di Sesto minacciano di non occuparsi più degli animali.
 
Ogni colonia è composta da una trentina di felini. Le gattare spendono sui 300 euro al mese, a testa, per il cibo, «ma se arriva un’infezione, la cifra aumenta vertiginosamente. Le medicine costano tanto». E molte di queste volontarie sono disoccupate o pensionate. Franca, per esempio, è una badante e con il suo piccolo stipendio deve mandare avanti la famiglia («sono senza marito») e la colonia. «I miei gatti sono il primo pensiero quando mi sveglio e l’ultimo prima di andare a dormire. Guadagno 600 euro al mese e più della metà li spendo in mangimi, antipulci e sterilizzazioni. Non so per quanto tempo potrò ancora continuare a fare beneficenza». «Siamo abbandonate — le fa eco Maria, la più agguerrita — È più di un anno che ci arrangiamo da sole. Ci sono colonie problematiche che ora sono abbandonate».
 
Parlare con l’assessore? «Non c’è proprio dialogo» rispondono. Invece, Andrea Banchelli, titolare dell’ambiente, promette: «A inizio ottobre sarà attivata una nuova convenzione con il Servizio Sanitario. Stiamo lavorando con lo ‘‘Sportello degli animali’’ della Asl. Abbiamo impiegato un po’ più di tempo perché non riuscivamo a trovare un partner». Costo del progetto: 13 mila euro a carico del Comune.
Lo Sportello si occuperà della cattura e della sterilizzazione dei gatti, con la partecipazione delle unità feline. Per quanto riguarda il cibo, invece, Banchelli è chiaro: «Non abbiamo fondi. A causa delle poche risorse ci saranno forti tagli al mio assessorato». L’amministrazione, ogni anno, spende circa 50 mila euro per gli animali: canile, disinfestazioni e bonifiche. «Mi sembra una cifra più che sufficiente. E poi, prima che a cani, mici, piccioni, bisogna pensare alle persone».
Ma alle gattare l’apertura non basta. «Non ci fidiamo» replicano. Qualche giorno fa hanno scritto anche alle associazione animaliste: Enpa, Lav, Lida e perfino a Licia Colò.
«Indebolite economicamente, fisicamente e moralmente— scrivono nella lettera — ci rivolgiamo a voi perché possiate dare voce al nostro appello».
 
Antonio Passanese - Corriere della Sera
 
Da: Animalieanimali

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