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SAVONA: SCOPERTO KILLER DI GATTI-SEQUESTRATE GABBIE MORTALI
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Scoperto il killer di gatti sequestrate gabbie mortali
Inchiesta in valbormida
La procura indaga un sessantenne, l'accusa è di uccisione con crudeltà
NOV 08 - CARCARE (SV). Smascherato il killer dei gatti. Secondo la Procura
li uccideva con crudeltà ed escogitando trappole diaboliche ed artigianali.
È un uomo di 65 anni (Bruno M.), nato e residente in Valbormida, nei cui confronti la Procura di Savona ha appena chiuso un'inchiesta delicata e orrenda. A carico dell'uomo infatti il pm Chiara Maria Paolucci contesta il 544 bis, appunto
"l'uccisione di animali per crudeltà e senza necessità".
Oltre che la detenzione abusiva di armi adesso sequestrate.
L'inchiesta è durata alcuni mesi tra il 2006 e il 2007 durante i quali gli agenti di polizia giudiziaria hanno accertato che
l'uomo era solito piazzare gabbie e lacci mortali
, fatti artigianalmente, nelle zone intorno a casa sua ma probabilmente non solo
allo scopo di catturare e uccidere i gatti che circolavano in zona.
Il perché è ignoto, di certo non c'erano spiegazioni plausibili per un gesto tanto brutale e disumano.
Gli inquirenti hanno verificato l'accusa sulla base di denunce di terzi ma soprattutto con il ritrovamento in un magazzino di sua proprietà di strumenti e trappole utilizzati per il suo diabolico piano. C'erano anche armi, fucili e cartucce detenute senza autorizzazione.
Facile che oltre ai gatti siano state sue vittime negli anni scorsi anche altri animali selvatici o di passaggio.
La polizia giudiziaria su disposizione del magistrato nei mesi scorsi (ma si è saputo solo ora) ha eseguito perquisizioni e sopralluoghi sia in casa che nei dintorni dell'abitazione dell'indagato, trovando e sequestrando tutto il materiale incriminato.
In particolare 4 gabbie e decine di lacci metallici che funzionavano a strozzo per strangolare i poveri animali.
Di fronte alle contestazioni l'uomo durante le indagini ha negato dichiarando che quella roba serviva per i suoi conigli. Ma è una tesi a cui gli inquirenti non credono.
IL SECOLO XIX
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