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SAN MARTINO (PV): DODICI INTOSSICATI SALVATI DAL GATTO
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Dodici intossicati, salvati dal gatto
San Martino. Il micio sta male, l'allarme durante il pranzo in famiglia
SAN MARTINO. E' stato il piccolo Lisca, il gatto della famiglia Rho-Beltrami, a dare suo malgrado l'allarme e a salvare la famiglia. Intossicazione da monossido di carbonio
, e anche se non in gravi condizioni in dodici sono stati visitati al Pronto Soccorso del San Matteo. Ieri sera i medici stavano valutando il trasferimento a Fidenza, per sottoporli al trattamento con la camera iperbarica.
Ieri per festeggiare Santo Stefano la tavola era apparecchiata per quattordici persone. Una villetta a due piani, il giardino, le siepi alte appoggiate sulla cancellata al numero uno di via De Nicola, una stradina poco lontana dal centro di San Martino Siccomario, traversa di via Roma. C'erano i componenti della famiglia Rho
-Beltrami, il capofamiglia Carlo e la moglie Marilena, poi figli, nipoti. Tutta la famiglia, dai 29 ai novant'anni. In cucina il piccolo Lisca è sdraiato a terra, non risponde, ha vomitato. Sono le cinque del pomeriggio.
La famiglia preoccupata cerca di prenderlo in braccio, di farlo muovere, ma niente. Pensano a un'indigestione, ma è strano vederlo così, quindi
decidono di portare il micio in clinica. Appena fuori dal portone di casa Lisca sembra riprendersi. All'interno qualcuno inizia ad accusare mal di testa. E' il primo sintomo dell'intossicazione, fino a quel momento non c'erano stati altri segnali di malessere.
Arrivano i soccorritori del 118. E i segnalatori di monossido di carbonio iniziano a suonare.
«Tutti fuori», e arrivano uno dopo l'altro anche i vigili del fuoco e i tecnici dell'Asl. I pompieri entrano in casa con le maschere, l'ossigeno.
Mancano pochi minuti alle 18 e già sei componenti della famiglia vengono portati via con le ambulanze.
Intanto in casa continuano i rilievi. I vigili del fuoco salgono anche al piano superiore, dove ci sono le camere da letto. Lì le finestre non sono state aperte, come è stato invece fatto in salotto durante la giornata, permettendo almeno in parte la fuoriuscita di monossido.
Il segnalatore nelle camere da letto dà di nuovo l'allarme:
il livello di monossido di carbonio è alto.
Una saturazione che arriva al 90 per cento, quindi dentro non può restare nessuno.
E grazie a Lisca nessuno ha rischiato di andare a dormire con quel "veleno" nell'aria.
Mentre fuori, in via De Nicola, arrivano il vice sindaco Luigi Bossi, il figlio del sindaco Gianni Rho che abita poco distante e molti vicini, dentro i tecnici dell'Asl e pompieri cercano la causa. Due le ipotesi: potrebbe trattarsi del camino oppure della caldaia che si trova proprio vicino alla cucina dove il piccolo Lisca ha la cuccia.
La provincia Pavese
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