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SALVI IL MICIO IN PERICOLO? PER CASSAZIONE PAGHI I DANNI, ANACRONISTICA SENTENZA

"Solo per vita umana si piò danneggiare un bene altrui".
 
5 settembre 2008 - Due mici «imprigionati» in una legnaia. E il loro padrone che le prova tutte per liberarli. Ma i gatti sono animali capaci di mettersi nei guai - e molto - e di non riuscire a scamparla da soli. Così l’umano rompe la legnaia e li libera. Peccato che fosse di proprietà del vicino che lo denuncia per danni.
 
Il gattofilo non si arrende e arriva fino in Cassazione che però gli dà torto. «L’animale domestico che si trova in stato di necessità non ha gli stessi diritti delle persone» è in sintesi la sentenza 34589, per la Suprema corte non si possono danneggiare i beni del vicino per salvare il proprio gatto o cane, intrappolato. Se il salvataggio avesse come destinatario una persona, invece, il comportamento allora sarebbe lecito.
Le parole precise della Cassazione non lasciano scampo ai mici e al distruttore di legnaie: «L’articolo 5 del codice penale, in relazione al danneggiamento della legnaia al fine di salvare i gatti prigionieri, nel prevedere la non punibilità di chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare se o altri dal pericolo di un danno grave alla persona, non fa alcun riferimento al pericolo di un danno grave agli animali, non potendosi questi ultimi farsi rientrare nel concetto di persona».
 
Confermata quindi la condanna di un uomo nell’aprile 2007, dal Tribunale di Trento, per il reato continuato di ingiuria, minaccia e appunto danneggiamento, condannandolo a 345 euro di multa. L’imputato aveva impugnato la decisione senza successo, anzi dovrà versare anche 1000 euro alla cassa delle ammende.
 
Gli animalisti insorgono ma con un distinguo come spiega Gianluca Felicetti, presidente della Lav. «Certo se quel signore ce l’aveva col vicino è un altro discorso...., ma - spiega Felicetti - questa sentenza va contro tutte le altre di questi anni per esempio per i casi di cani abbandonati nelle auto sotto il sole. Molti hanno rotto finestrini per salvarli». Ma c’è un ma: «E’ evidente che sono convinto che se i gattini finiscono in casa di altri prima chiamo il padrone di casa, i pompieri, i carabinieri poi se nessuno viene ad aiutarmi sfondo la porta».
 
La Lav sta pensando alla revisione del codice civile proprio analizzando casi come questi: «Per esempio per la violazione dei limiti di velocità per correre dal veterinario per un’urgenza . Ci sono stati casi risolti dal giudice di Pace in Liguria e in Abruzzo. Ora presentiamo una proposta di legge con l’intergruppo di parlamentari animalisti».
 
Antonella Mariotti
da La Stampa


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