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ROVIGO: SCOPERTO E SIGILLATO LAGER PER ANIMALI
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In Veneto trovati 611 capi di bestiame e di volatili in un allevamento abusivo in condizioni igieniche terrificanti, macellati barbaramente. Guardia di finanza e Procura di Rovigo indagano sul cittadino cinese proprietario che li teneva anche nei liquami e li ammazzava con la mannaia.
17 gennaio 2011 - Una «fattoria degli orrori», un lager per gli animali. Questo ciò che si è presentato agli occhi di due agenti della Guardia di Finanza di
Rovigo quando sono arrivati in una casa di campagna di Menà, adibita ad allevamento e a macello abusivo.
Le fiamme gialle, condotte all'abitazione da un autista fermato poco prima alle porte di Rovigo - poi rivelatosi lo stesso proprietario dell'allevamento-macello - hanno scoperto centinaia di
animali allevati in condizioni igienico sanitarie aberranti, in mezzo a rifiuti, interiora, eternit e sporcizia di ogni genere.
Lì, in un appezzamento di terra recintato, nascosto dalla strada da vegetazione, e attiguo alla casa dell'allevatore,
le bestie pascolavano e vivevano. Quando erano pronte, venivano macellate a colpi di mannaia e di coltello e quindi vendute a ristoranti, probabilmente a prezzi stracciati.
La scoperta del lager degli animali - finora sfuggito a qualsiasi controllo, ma ben avviato - è stata fatto dalla Guardia di Finanza di Rovigo, coordinata da Maria Concetta Di Domenica, capitano della Compagnia. Venerdì una pattuglia di finanzieri era in servizio a Rovigo, alla fine della Transpolesana. Verso le 16 è stato fermato un furgoncino, per una ispezione di routine, guidato da un cittadino di origine cinese.
Quando gli agenti hanno chiesto al conducente di aprire il vano posteriore, hanno scoperto decine di casse contenenti anatre, polli, colombi e altri volatili, macellati e pronti per essere consegnati a ristoranti o macellerie.
Viste le condizioni di trasporto della carne, i finanzieri si sono fatti accompagnare dall'uomo nella sua abitazione, a Menà di Castagnaro, in via Sant'Agostino. Dopo la stradina bianca che porta ad un casolare fatiscente, la prima immagine è stata quella di un cane legato e di un teschio di caprone. Ma era solo l'inizio: via via sono comparsi
bidoni pieni di interiora di animali, pezzi di carne sparsi ovunque e decine di recinti con all'interno animali in condizioni igienico sanitarie spaventose.
Nelle gabbie delle anatre c'erano dei topi morti. Ma la «scelta» era vasta: l'uomo, Z.C., 36 anni, residente da 5 a Castagnaro, allevava anche capre, maiali, fagiani, oche, tacchini, cerbiatti, faraone, colombi torraioli (volatili protetti).
Sul posto sono intervenuti i veterinari dell'Ulss 21, che hanno rilevato subito che si trattava di un
allevamento abusivo - e di un macello altrettanto abusivo - condotto senza alcun rispetto per nessuna delle norme in vigore, comprese quelle sul maltrattamento degli animali, per non parlare di quelle igienico sanitarie.
Tutti i 611 animali - tanti erano presenti nel cascinale - erano costretti a vivere in spazi angusti tra escrementi, carcasse, rifiuti di ogni tipo tra i quali anche l'eternit. Le tecniche di macellazione praticate dal cinese - e dalla moglie e forse anche da due connazionali presenti nella loro casa, che però si sono detti estranei all'attività - erano raccapriccianti.
Gli animali venivano prima legati e poi uccisi a colpi di mannaia e spennati ed eviscerati in una baracca vicino all'abitazione, oppure nel campo attiguo, in totale mancanza di igiene.
La carcasse venivano poi messe in casse per essere consegnate ai clienti, probabilmente in un vasto raggio tra il veronese e il rodigino, considerata la quantità di bestiame e di volatili presenti.
La Procura di Rovigo - con il magistrato Sabrina Duò - ha predisposto il sequestro dell'al
levamento e di tutti gli animali; Z.C è stato denunciato di conduzione di allevamento e macello abusivo, di smaltimento illecito di rifiuti e di maltrattamenti su animali.
Le indagini sul «lager» sono solo all'inizio: si dovrà appurare dove veniva venduta la carne, chi l'acquistava, se era destinata all'alimentazione umana. Oltre ad altri eventuali complici. La moglie non è stata denunciata.
Riccardo Mirandola L’Arena
animalieanimali.it
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