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Da sempre il randagismo è un problema in Romania. Da sempre associazione animaliste come Save the dogs che operano direttamente sul territorio chiedono che venga affrontato con campagne di sterilizzazione e non con stragi di massa come quella che, spendendo 10 milioni di euro, vide l’uccisione 81mila quattrozampe da 2001 al 2008.
Ora però all’orizzonte si prospetta nuovamente il rischio di una nuova carneficina. A sette anni dall’ultimo tragico incidente, che vide la morte di un diplomatico giapponese in centro a Bucarest, nei giorni scorsi un bimbo di quattro anni che giocava in periferia est di Bucarest con il fratellino di 6 è stato attaccato e sbranato da un branco di cani randagi, dopo essere stato perso di vista dalla nonna.
La tragedia ha ridato motivo al presidente Traian Basescu di chiedere la soppressione immediata di tutti i cani senza padrone, dentro e fuori dai canili pubblici. A rendere il dibattito ancora più infuocato c’è il fatto che il cane considerato il principale responsabile dell’aggressione era stato riscattato da una piccola associazione animalista di Bucarest in un canile pubblico e rimesso in libertà, violando la regola secondo cui è proibito rilasciare sul territorio un cane precedentemente segnalato dai cittadini come aggressivo.
A Bucarest vengono morsicati in un anno circa 16.000 cittadini, secondo le autorità sanitarie, lo 0,76% della popolazione. Questa percentuale diventa lo 0,5% a Costanza, dove 3.000 persone all’anno si recano in ospedale per essere assistite in seguito al morso di cani. Fermo restando che non è dato sapere quanti di questi casi siano effettivamente ascrivibili a cani randagi, e non a cani di proprietà lasciati vagare senza controllo, queste sono le statistiche in due città dove l’uccisione dei cani e’ stata applicata da 12 anni in modo discontinuo (Bucarest) e continuativo (Costanza)».
Dunque i risultati dell’eutanasia di massa non sembrano portare benefici, così come le critiche generalizzate nei confronti delle associazioni animaliste. «A Cernavoda - si legge in una nota di Save the dogs - , (dove l’intervento dell’associazione è attivo dal 2002) nel 2013 i casi di morsicature sono lo 0,02% della popolazione, mentre a Medgidia lo 0,22%. E le statistiche sono in continua diminuzione. “Ancora una volta un episodio doloroso come quello del bimbo viene manipolato dai politici come Basescu per alimentare il business enorme delle società di cattura ed uccisione – spiega dalla Romania la Presidente di STD Sara Turetta – mentre è evidente che là dove c’è stata una gestione virtuosa del fenomeno, con sterilizzazioni, contrasto all’abbandono ed educazione della popolazione, la situazione è molto migliorata”».
Da tre anni la legge per la gestione del randagismo è ferma presso una Commissione parlamentare: se infatti da una parte nel 2008 si è deciso di vietare le uccisioni di cani sani, dall’altra non sono mai state deliberate le norme di applicazione, creando così un limbo legislativo che ha permesso alla maggior parte dei sindaci di continuare ad eliminare i randagi tramite contratti milionari con società che si alimentano su questo business.
http://www.lastampa.it/2013/09/08/societa/lazampa/romania-cani-randagi-di-nuovo-a-rischio-basescu-ne-chiede-limmediata-soppressione-a9QAYgxYh5vdtHLb26IAXO/pagina.html