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"Trattata come una fuorilegge"

 6 maggio 2010. «Il cane-guida per ciechi? Può entrare addirittura negli esercizi aperti al pubblico. Negli ospedali, nei supermercati, nelle scuole. Ma capitano tanti piccoli episodi di intolleranza. Io capisco che posa capitare a una persona che non sa, a un anziano. Ma all’ospedale, no: mi umilia e umilia una vita che sto cercando di vivere dignitosamente».
Patrizia Martini, 45 anni, ipovedente, sposata, due figli, abitante in città in via dell’Abbadessa, non è disposta a far passare sotto silenzio il rimprovero - o almeno quello che lei ha vissuto come tale - il 12 febbraio scorso ai poliambulatori del Santa Maria Nuova: una caposala, osservando che era giunta in ospedale con accompagnatori non ipotevedenti, l’aveva sollecitata a tenere il cane-guida fuori per motivi di igiene. E trovando opposizione, era andata a chiamare «le guardie e la direzione».
 
Signora Martini, la sua malattia agli occhi in cosa consiste?«A trent’anni ebbi un primo calo di vista. Avevo una malattia incurabile che mi sta portando alla perdita assoluta della vista. L’immagine è scomposta, c’è una rete nera davanti agli occhi e non vedo più i colori. E’ come se ci fosse un puzzle. Ho difficoltà al buio e nei luoghi chiusi, sono invalida civile al cento per cento».
 
Il cane per lei è importante?
«E’ fondamentale. Noi rischiamo l’incolumità. Io ho vissuto tanti anni senza cane e mi sentivo una vecchietta di novant’anni, con la badante. Quando ho pensato di prendere il cane, nel maggio di un anno fa, ho trovato un compagno fedele che mi dà la forza di andare avanti nella mia battaglia».
 
Cosa è accaduto il 12 febbraio?
«Andavo ai poliambulatori per la visita ortopedica, avevo con me i miei figli. Alla cassa, nell’atrio, mi viene incontro la caposala. ‘Porta microbi e germi’ mi dice guardando il cane-guida. L’avrà detto dieci volte Quasi gridav: diceva che avrebbe chiamato le guardie, la direzione sanitaria. E si è allontanata».
 
Così lei ne ha approfittato.
«Io col cane sono andata a fare la visita. Mi sono sentita come un fuorilegge, non mi sento bene se entro così: io avevo pienamente il diritto di entrare».
 
E per raggiungere l’obiettivo va dall’avvocato, Marco Rossa.
«Guardi, non chiedo nè danni nè soldi. Non mi interessano le denunce Solo che mi riconoscano questo diritto, il cane guida può entrare. Ma è passato un mese e mezzo: nessuna risposta».
 
Un cane può essere portatore di pulci, di germi. O no?
«Io il cane lo curo con grande attenzione. E’ di proprietà della scuola, il servizio nazionale Lions cani-guida per ciechi. Non mi hanno chiesto una lira e mi viene affidato in custodia, ne ho la responsabilità. Ebbene: la caposala si comportava come se io portassi dentro l’ospedale una malattia.»
 
di MIKE SCULLIN
Il Resto del Carlino MO

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