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Pontedera 26 maggio 2009 - Tre signore, un gattino abbandonato e ferito, due medici veterinari, uno dell’Asl e un’altro libero professionista. Sono gli ingredienti di una storia d’inciviltà e menefreghismo accaduta nei giorni scorsi in città. A raccontarla nei dettagli è una delle tre signore, protagoniste loro malgrado dell’episodio.
«Venerdì scorso il maxi parcheggio della zona ospedale è attraversato da un’auto i cui conducenti “buttano” da uno dei finestrini un piccolo gattino» dice. «Notiamo la scena e dopo un iniziale sbigottimento ci precipitiamo a vedere che fine abbia fatto l’animale. Scopriamo così che si tratta di un gattino e che è rimasto ferito, sicuramente nello sbattere a terra».
 
È bastato un’incrocio di sguardi alle tre donne per decidere di non perdere tempo e precipitarsi con l’animale al vicino presidio veterinario dell’Asl, che si trova accanto alla farmacia comunale, a pochi passi di fronte all’ospedale. «Come naturale siamo entrate con il gattino malamente abbandonato e ferito in quell’ufficio che di animali, comunque sia, qualcosa dovrebbe saper dire. La realtà che invece ci siamo trovate ad affrontare è stata sfortunatamente ben diversa. All’inizio, sembrava non fosse nemmeno presente un medico veterinario. Poi, “gentilmente”, il medico, più che saltare fuori ci ha accolto con il gattino nella sua stanza».
 
«Credevamo d’avercela fatta, anche se di un animale si tratta - aggiunge - Invece, siamo state costrette a renderci conto che eravamo proprio capitate nel posto sbagliato. E ciò non per supposti motivi di competenze e professionalità. Ma per tangibili, oggettivi motivi di poca civiltà e, se si vuole essere sinceri fino in fondo, di soldi scroccati al contribuente. Il quale vorrebbe che un veterinario dell’Asl gli animali li curasse; o se ciò non rientrasse nelle proprie mansioni, o per incapacità, almeno che “volenteroso” sapesse indicare come comportarsi».
 
E invece, le tre signore si sono trovate costrette a bussare a un’altra porta. «Il “nostro pubblico” veterinario non si è nemmeno alzato dalla sedia dietro la scrivania dove stava stancamente seduto - dicono - Con aria piuttosto seccata ha detto: «Portate il gatto in municipio».
Manco a dirlo, le tre signore - pur non avendo niente a che fare con le pubbliche amministrazioni - hanno capito che quel, chiamiamolo solo per educazione, consiglio era proprio fuori dal mondo». Eppure per il gattino il lieto fine è arrivato. «Tutto si è risolto, se così si può dire, andando da un medico veterinario, libero professionista, della città - conclude la signora - Quest’ultimo ha avuto molta più attenzione a un problema di civiltà rispetto a chi “è pagato da tutti noi”, almeno per ben consigliare».
 
Il Tirreno
 

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