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Pisa - novembre 2009 - Un cane abbandonato e poi adottato da un paese che l'aveva trasformato nella sua mascotte. Ma a qualcuno evidentemente questa storia non ha toccato il cuore - sempre che questa persona un cuore ce l'abbia - e così la vita di Pongo è finita sotto le ruote di un'auto. Alcuni testimoni hanno infatti visto un'auto investire il cane e poi fare marcia indietro e passare di nuovo sul corpo. I carabinieri sono alla ricerca dell'autore del gesto
 
Due occhi neri velati di tristezza e vecchiaia sul ciglio di una strada di campagna. Era un cucciolo quattordici anni fa, un tombolotto di dalmata tutto pancia, testa e tanta voglia di giocare, credere e amare. Fu abbandonato alla Gronchia, località di Latignano, da un padrone che sparì nel nulla e allevato libero a pappe, ossa e avanzi dal cuore di tanti vicini. Una mascotte per gli abitanti di via dei Merli, spiega Nadia Scatena.
 
Oggi quegli occhi sono solo un ricordo, cancellati dalla cattiveria umana. Pongo è stato ucciso nel peggiore dei modi, lui che abbaiava alle auto che passavano ma per far sapere che esisteva. Lui che era lì, sempre pronto alla carezza. Era diventato vecchio, sordo e quasi cieco ma per tutti era il Pongo, il Bob, il Dick che al rumore di una macchina lentamente ed un po’ zoppicando si spostava sul ciglio della strada.
 
Ieri non è successo così. Un uomo malvagio, come raccontano alcuni abitanti della strada intenzionati a rivolgersi ai carabinieri per la denuncia, non ha avuto voglia di aspettare. Gli è andato volontariamente addosso - di questo sono sicuri i testimoni dell’i nvestimento - travolgendolo con l’auto.
Ma non è stato un incidente. Come non bastasse l’automobilista ha fatto marcia indietro ed è passato di nuovo sopra a quel corpicino già martoriato e agonizzante. Poi se n’è andato come se niente fosse, spiega ancora Nadia Scatena che ha inviato al giornale una lettera per denunciare l’episodio contro il cane.
 
«Abbiamo visto impotenti, muti, increduli e ci chiediamo e gli chiediamo perché, perché tanta inutile crudeltà - scrive - Non ci sono parole per quel malvagio. Ci auguriamo che quegli occhi neri siano l’incubo del suo sonno ». Forse c’è una speranza di dare al più presto un nome al conducente dell’auto che si è allontanato. Probabilmente un testimone è riuscito ad annontarsi alcuni numeri della targa della macchina che ha ucciso il povero cane. Saranno utili per le le indagini. 
 
Il Tirreno

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