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PIOMBINO: POLPETTE AVVELENATE
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PIOMBINO -
Ancora animali avvelenati oppure uccisi - forse per un sadico gioco - a sassate, o bastonate. Succede ancora. I gatti sono stati vittime, in buon numero, di una donna di Riotorto che spargeva polpette letali.
È stata acciuffata dalla polizia provinciale, in collaborazione col Wwf, proprio mentre era “in azione” e denunciata. Una maestra animalista, Manuela, segnala ripetute uccisioni violente di nutrie «a rendere il fatto ancora più grave - sottolinea - è che
accade all’interno del parco della Sterpaia
».
A
Riotorto
, da tempo, c’era questa morìa di gatti e si temeva dipendesse da polpette un po’ “particolari” lasciate ovunque.
Di mici ne sono stati fatti fuori un bel po’, tanto che alcuni degli abitanti non ce l’hanno più fatta a vederli morire tra atroci sofferenze.
Nel triste destino sono incappate pure bestiole che i padroni avevano tentato di far curare dal veterinario. Necessario - insomma - porre fine alle polpette killer che continuavano ad essere avvistate dappertutto.
Dove ogni giorno scorrazzano cani, gatti certo, ma anche bambini
.
Queste persone si sono rivolte alle guardie Wwf che hanno cominciato con gli appostamenti a ridosso della zona dove i
bocconi mortali erano stati segnalati in maggior numero.
Non c’è voluto molto per - di sera, naturalmente - vedere avvicinare
una signora che ha cominciato a lasciare qua e là i poco deliziosi bocconcini.
Le guardie sono andate a fare rapporto alla polizia provinciale.
La trappola è scattata subito.
Agli agenti è bastata una sola visita a Riotorto, nel luogo e nell’ora indicata dal Wwf: la signora è stata richiamata, seguita a casa. Le sono state sequestrate le polpette che, una volta analizzate, hanno rivelato di contenere veleno mortale. Denunciata alla magistratura, presto la donna sarà processata. Però agli animali non si risparmia nulla. «Visito spesso il parco della Sterpaia - racconta Manuela - in località Torremozza, proprio per sentirmi più vicina alla natura. Ma trovo irregolarità inaccettabili, in quello che dovrebbe essere un ambiente protetto.
Ho visto persone catturare tartarughe e portarle via, pescare per divertimento, con la lenza, le rane per poi liberale pur ferite - prosegue -
La cosa più indegna? Il maltrattamento
a cui è soggetta la comunità delle nutrie, che vive in un fosso. Certo non si può dare loro cibo, ma non si deve torturarle. Solo qualche sera fa ce n’erano tre uccise e in modo violento. Ormai animali quasi domestici si avvicinano senza paura... qualcuno le colpisce con pietre, bastoni o altro. Inammissibile». Eppure c’è una legge che difende gli animali, che ne vieta i maltrattamenti, figuriamoci l’uccisione (20 luglio ’04, numero 189 art. 544 bis). Con sanzioni pesanti come la reclusione da 3 a 18 mesi, multe da 3mila a 15 mila euro. Almeno a Riotorto, la brutta storia si può dire chiusa.
Cecilia Cecchi
il tirreno
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