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PIOMBINO. La crisi siderurgica - con la collegata chiusura di tutte le fabbriche e la massiccia cassa integrazione - rischia di provocare la morte per fame delle centinaia di gatti che si trovano “ospiti” delle colonie feline, sparse all’interno delle fabbriche della città.
Dall’Enpa, ente protezione animali, e dall’Ufficio degli animali è stato rivolto un accorato appello alle direzioni aziendali e alla sensibilità dei dipendenti ancora in servizio «perché gli animali che vivono negli stabilimenti non siano abbandonati al loro destino».
 
Certo è uno degli effetti collaterali della difficile situazione - secondario per alcuni - ma che preoccupa tante persone.
Tutto perché si sa che dentro i reparti vivono alcune centinaia di bestiole (in più gruppi), regolarmente accudite da “lavoratori animalisti”. Mici che vengono curati dagli operai e soccorsi in caso di bisogno (recente la preoccupazione per alcuni casi di avvelenamento, avvenute in Acciaieria).
Ora che tanti sono in cassa integrazione, e che esterni né alla Lucchini né alla Dalmine possono entrare nel perimetro, la domanda che si pone è sempre la stessa: chi darà loro da mangiare? Proprio in questi ultimi giorni, più volte, la preoccupata segnalazione è rimbalzata in Comune, all’ufficio diritti degli animali di Palazzo Appiani, e all’Enpa: la gente vuole capire, avere assicurazioni su cosa si potrebbe fare per tamponare il disagio.
 
«Timore per la sorte della fabbrica e dei lavoratori - spiegano Maria Cristina Biagini, presidente Enpa e Lorella Guglielmini responsabile dell’ufficio diritti degli animali - ma anche per quelle centinaia di gatti che vengono giornalmente alimentati grazie alla cura dei singoli operai».
Un’emergenza - spiegano - che si potrebbe fronteggiare e risolvere con un po’ di buona volontà. I mici sono tanti, impossibile quantificarne il numero, inaudito lasciarli soli.«Sono sparsi - proseguono - su tutto il territorio degli stabilimenti».
 
La colonia di Porto Vecchio viene regolarmente accudita dalle volontarie, ma è esterna agli impianti. «Alla Magona - aggiungono Biagini e Guglielmini - i punti cibo sono già stati assicurati dal personale comunque in attività. Il momento è drammatico per tutti - specificano - Proprio per questo l’Enpa può fornire crocchette a quegli operai che restano all’interno della fabbrica e che possono continuare a garantire assistenza ai nostri amici a 4 zampe. Non facciamoli morire di fame questi gatti che sono ancora più sfortunati degli altri randagi...!».
«Chi fosse disponibile per prendersi temporaneamente a cuore la sorte di questi gatti, non dovrà sostenere alcuna spesa - concludono le due animaliste rivolgendo il loro appello - il cibo, che verrà fornito dall’ente gratuitamente è secco e dunque di facile somministrazione. Ci si dovrà solo occupare di garantire l’acqua da bere».
 
Sarebbe una bella azione, un regalo di Natale speciale per queste bestiole.(12 dicembre 2008)
 
Cecilia Cecchi
 
Il Tirreno

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