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Torre Beretti, uccide con il badile il gatto della vicina.
 
Glielo aveva promesso: «Se trovo ancora il tuo gatto nel mio cortile, lo ammazzo», e così ha fatto, l’altra mattina ha ammazzato a colpi di badile il malcapitato micio di proprietà della vicina.
Ma il gesto non è passato inosservato: qualcuno ha avvisato i carabinieri di Mede che hanno denunciato un pensionato di 74 anni, di Torre Beretti, per il reato di uccisione di animale altrui.
Ora si attende l’eventuale querela da parte della proprietaria del gatto, una donna di 35 anni, con la quale l’anziano ha dissidi di vicinato da tempo.

Il 19 agosto, a Torre Beretti (Pavia), un gatto è stato ucciso, presumibilmente con colpi di badile, dal proprietario di un fondo, un pensionato di 74 anni, il quale era infastidito della presenza del gatto e aveva già minacciato i proprietari. Dopo il misfatto, ha tentato anche di occultare il cadavere gettandolo in un sacco dell’immondizia e poi nel cassonetto.
Al tentativo di inquinare le prove ha assistito un testimone oculare, il quale è andato a verificare il contenuto del sacchetto, rinvenendovi il gatto ricoperto di sangue e prove dell’intenzionalità del gesto, che sono state portate all’attenzione della Magistratura. I proprietari dell'animale ucciso si sono rivolti alla LAV.
 
L'uomo è stato denunciato e ora rischia la reclusione da 3 a 18 mesi, come previsto dall’art. 544 bis del codice penale. La condotta posta in essere, oltre ad essere socialmente riprovevole e indicatore di uno scorretto controllo degli impulsi violenti, ha offeso un diritto, la cui lesione è stata elevata al rango di delitto (con conseguenze in ordine alla configurabilità del tentativo, all’impossibilità di estinzione del reato mediante oblazione) ad opera della legge 189/04 che ha introdotto un apposito titolo nel codice penale, attribuendone la perseguibilità all’Autorità Giudiziaria d’ufficio.
  
“Non ci sono parole per esprimere l’orrore di quello che è successo. Ovviamente chiederemo una condanna esemplare e soprattutto che il responsabile subisca il processo. Non si può passare sopra a tanta crudeltà, soprattutto se consideriamo come il crimine sia avvenuto con premeditazione, cioè inducendo in trappola il gatto. Non crediamo infatti alla versione fornita alla stampa, del raptus, dell’azione non voluta, sia per la minaccia preventiva di uccidere i gatti sia per le altre prove rinvenute, oggi al vaglio della Procura", dichiara la LAV.

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