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15 GENNAIO 2014 - Non potrà più andare a caccia un uomo che, armato di un fucile regolarmente detenuto, ha sparato al gatto della sua vicina di casa, uccidendolo. L'atto vile e violento contro un animale domestico ha convinto la questura di Reggio Emilia a respingere la richiesta di rinnovo della licenza di porto d'armi in seguito alla denuncia della proprietaria del gatto.

Il cacciatore si è opposto al provvedimento, impugnandolo prima davanti al Prefetto di Reggio Emilia e quindi davanti al Tar di Parma. L'uomo non negava di aver sparato al gatto, ma contestava la rilevanza penale dell'accaduto. Ma i giudici non gli hanno dato ragione: con una sentenza dello scorso dicembre hanno messo nero su bianco che l'autorità di pubblica sicurezza ha agito nel rispetto delle norme: "Nel caso di specie, l'esplosione di colpi di fucile all'indirizzo di un animale domestico, avvenuta nelle vicinanza di edifici adibiti a civile abitazione, a tacere del fatto che integra di per sé un abuso nell'utilizzo dell'arma, è fatto di gravità tale da rendere il provvedimento adottato immune da vizi sotto il profilo della congruità, proporzionalità e ragionevolezza".

La questura deve infatti valutare la concessione del porto d'armi caso per caso, e può revocarla nel caso se vi siano rischi di abuso o di pericolo delle sicurezza pubblica. In breve, è venuto meno il requisito dell'affidabilità del cacciatore.

La vicenda ha suscitato l'interesse dell'europarlamentare del Pd Andrea Zanoni, vice Presidente dell'Intergruppo per il benessere e la conservazione degli animali al Parlamento europeo: "Ritengo che sentenze come questa siano un ottimo deterrente per persone che credono ancora di rimanere impunite dopo essersi macchiate di reati come l'uccisione di animali che, in un Paese civile, non devono essere tollerati non solo dai proprietari ma da tutti i cittadini - scrive in una nota - Chi si aggira nelle nostre campagne armato di fucile, sparando agli animali domestici e comunque non cacciabili per mero divertimento o per procurarsi un pranzo extra uccidendo qualche gallina, sappia che da ora in poi rischia la licenza".
 
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