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Si sta infuocando il dibattito  all'indomani dell'emanazione da parte del Parlamento Europeo della direttiva che che prevede l’obbligo per le autorità competenti nazionali di valutare le implicazioni sul benessere degli animali nelle sperimentazioni scientifiche..
Il sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha espresso la propria insoddisfazione: «L’obiettivo da raggiungere è l’esclusione dell’utilizzo di animali per la sperimentazione nel caso questo comporti sofferenza per gli stessi. Mi è pertanto personalmente difficile commentare positivamente una normativa che considero ancora sostanzialmente poco incisiva in tal senso. Mi rendo conto che ha rappresentato un compromesso difficile»
 
«Purtroppo - prosegue Martini - i Paesi membri presentano situazioni di forte disomogeneità e apprezzo lo sforzo di aver fatto emergere queste discrepanze in materia e di porre obiettivi di maggiore protezione degli animali in conformità al Protocollo del Trattato CE in quanto esseri senzienti. L’Italia si attesta nel panorama europeo per una forte attenzione al tema che, per quanto mi riguarda, può e deve essere solo intensificata».
Per l'Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) il provvedimento costituisce un passo indietro nella lotta contro la sperimentazione sugli animali: «E' stato varato in una edizione peggiorativa rispetto a una prima versione del 2008, in virtù delle pressioni della potente lobby farmaceutica determinando un quadro di riferimento peggiore di quanto prevede in Italia la vigente normativa in materia di esperimenti su animali viventi».
 
Delusa anche la Lav, che punta il dito contro alcuni punti preoccupanti del provvedimento: «Tra gli articoli più negativi - ha spiegato Michela Kuan, responsabile nazionale dell'Associazione- abbiamo: la possibilità di poter ricorrere, anche se in deroga, a gatti e cani randagi (ma in Italia tale pratica è vietata fin dal 1991), la possibilità di utilizzare specie in via d’estinzione e/o catturate in natura (compresi i Primati e in particolare le grandi scimmie), il ricorso a soppressione per inalazione di anidride carbonica come metodo di uccisione di riferimento, definito dalla legge come "umanitario" ma che in realtà provoca alti e prolungati livelli di sofferenza, fatto riconosciuto scientificamente»
 
La Zampa

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