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NICOLETTA E NIO, L'AMORE PIU' FORTE DEL BUIO
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Cieca dalla nascita, è riuscita a diplomarsi, trovare lavoro e aiutare gli altri non vedenti.
3 giugno 09-
Bello. Bello come il sole. Bello come un raggio di sole. Nicoletta se lo immagina così, il suo cagnone. Se lo immagina, perché non può vederlo. Nicoletta è cieca dalla nascita.
E a dir la verità, nemmeno può vedere il sole. E nemmeno può vedere un raggio di sole. Però gliel’hanno insegnato quand’era piccolina, che il sole è proprio bello. Poi l’ha imparato per conto suo, quanto sia piacevole il calore che regala il sole. Le hanno anche spiegato quanto bello possa essere un cane. Poi
lei stessa ha sperimentato quanto e quale intenso calore anche un cane possa offrire.
Un cane come Nio che è labrador di un delicato color champagne, che è allegro come un bambinone e che forse ha messo su qualche chilo di troppo. Un cane come Nio che di mestiere fa la guida per ciechi, che
ogni giorno porta a spasso Nicoletta e che è davvero puntiglioso nel proteggere la sua padrona dalle insidie del mondo. Regalandole quei meravigliosi momenti di libertà che altrimenti non potrebbe avere.
Perché è vero che la tecnologia ha dato ai non vedenti un monte di agevolazioni. Come il computer specifico, il telefonino che può parlare, il telecomando che legge i colori e tante altre diavolerie.
Ma uscire con un cane è tutta un’altra cosa. Vuol dire socializzare. Vuol dire vivere la vita.
Nio che è il terzo cane guida per Nicoletta. Prima c’era stato un pastore tedesco, Donard, che dava sicurezza. Poi un golden retriever, Tommy, che era di una calma rassicurante.
E adesso Nio che è dolce e che quando è sul lavoro riesce a essere equilibrato e riflessivo. E adesso Nio che è capace di rispettare i ruoli e come pochi sa obbedire ai comandi.
Con lei da due anni esatti. Una storia cominciata nella scuola per cani guida di Scandicci.
L’addestramento dell’animale. Più di un anno e mezzo. Poi una sorta di esame per la futura padrona. Quindi l’incontro e una quindicina di giorni di convivenza sotto lo sguardo discreto dell’addestratore. E finalmente il viaggio verso casa. Con la paura che il rapporto possa non funzionare, che possano esserci problemi di feeling. E invece tutto che fila liscio e meno male.
Nicoletta Di Iorio. Cinquantasette anni. Cieca dalla nascita. Una retinite pigmentosa. Come quella cantante famosa, la Minetti. Il marito Ruggiero. Sessantun anni. Cieco quasi al cento per cento dopo un incidente sul lavoro. Due figli grandi, tre nipotini e uno in arrivo. Nicoletta formata a Roma all’Istituto per ciechi. Gli insegnanti che erano gli occhi di quei piccolini. L’importanza di raccontare come è il mondo. Anche di sdrammatizzare. Anche di mettere una benda sugli occhi quando si gioca a mosca cieca. E che peccato che adesso i giovanissimi non vedenti finiscano nelle scuole normali. Con gli insegnanti di sostegno che, poveretti, nemmeno sanno cosa sia il braille, che nemmeno sanno raccontare quanto sia bello il mondo. Eccezioni a parte. Poi il diploma professionale e il lavoro come centralinista. Adesso la pensione. E le battaglie per rendere migliore la vita di quelli come lei.
Nicoletta si occupa proprio dei cani guida per l’Unione italiana ciechi. Cani che costano e però ci sono le sovvenzioni. Nicoletta che anche grazie al suo cagnone vive la più normale delle vite. Nio che gioca con la palla, che salta come un matto, che aspetta felice il biscotto.
Nio che poi, quando indossa la pettorina di rigore e quella sorta di maniglia, si trasforma nel più serio dei professionisti. Lì pronto a obbedire ai comandi della sua Nicoletta. Andiamo a prendere il pane, andiamo in farmacia, andiamo in stazione. Quella volta in metro. Le chiesero se stava addestrando il cane. No, era proprio lei la non vedente. Oh, poverina. E lei decisa: ma che poverina e poverina.
Nicoletta e il suo Nio. A farsi le coccole sul divano del salotto. A rotolarsi sotto il tavolo in cucina. Quel cartello appeso alla parete. La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo.
Tanto per sdrammatizzare un po’. Tanto per giocare ancora a mosca cieca. Con la benda sugli occhi, ci mancherebbe. E poi fuori. Di strada in strada. Di negozio in negozio.
Nicoletta e il suo cagnolone. A spasso per il mondo. Così liberi. Così indipendenti. Così felici. Proprio belli come il sole.
Carlo Lovati,
Corriere della Sera
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