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Non ce l'ha fatta Jack, il gattino che si era perso all'aeroporto di New York

L'annuncio è arrivato dalla pagina Facebook che era stata creata al momento della sua scomparsa

 
07/11/2011 - New York - La sua storia aveva appassionato moltissime persone negli Stati Uniti: in tanti leggendo i giornali e guardando la tv si erano commossi al momento del suo inaspettato ritrovamento.
Il 25 agosto il gattino si era perso all'aeroporto JFK di New York: era inspiegabilmente caduto da una tegola del soffitto del Terminal dal quale si sarebbe dovuto imbarcare insieme al suo padrone per andare a San Francisco
.

Nonostante le ricerche fossero iniziate subito, per due mesi di Jack non si ebbe alcuna traccia. Finchè casualmente fu ritrovato in una delle sale della dogana, in condizioni gravissime, denutrito, disidratato e con gravi ferite alla pelle e al fegato dovute alle condizioni precarie in cui era stato costretto a vivere per oltre due mesi.

Era stato immediatamente portato da un veterinario che l'aveva prontamente sottoposto a terapia intensiva. Da subito il medico aveva parlato della gravità delle condizioni del gattino, pronosticando che avesse solo la metà delle possibilità di riprendersi completamente. Ma tutti coloro che si erano appassionati alla sua storia speravano che Jack sarebbe riuscito a salvarsi e a tornare ad una vita tranquilla e serena dopo questa brutta disavventura. Speravano che dopo essere riuscito a resistere alla fame, alla sete e alla solitudine sarebbe riuscito a guarire.

Il triste annuncio della sua morte è arrivato da un post sulla pagina ufficiale di Facebook che era stata creata al momento della sua scomparsa: «Cari amici di Jack, è con le lacrime agli occhi e nel cuore che devo annunciarvi che Jack è salito al cielo», come riporta Foxnews. «Purtroppo le sue condizioni erano troppo gravi: nonostante la cura antibiotica, le ferite riportate sulla pelle continuavano a deteriorarsi e ad aumentare. L'unica soluzione per salvarlo sarebbe stato un intervento chirurgico ma aveva troppo poca pelle per potere ricucire e ricoprire le ferite dopo l'intervento. Per spiegare la drammaticità del suo stato di salute, il veterinario che l'aveva in cura ha detto che era come se il suo corpicino fosse stato ricoperto da ustioni per il 50-60%».

Le ultime righe del post apparso sul social network recitano: «Dopo innumerevoli consultazioni con altri colleghi, il medico ha capito che tutte le opzioni per provare a curarlo non avrebbero dato una sufficiente garanzia della sua guarigione e gli avrebbero però prolungato il dolore. Jack ne aveva passate tante e nessuno voleva che soffrisse ancora».

La Stampa

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