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Napoli - 07 maggio 2010 - Per provare le armi all’interno di una vecchia fabbrica dismessa alla periferia di Napoli gli uomini del clan facevano fuoco sugli animali. Infatti, è stato trovato un gatto ucciso a colpi d’arma da fuoco. È uno degli elementi emersi dalla scoperta di un arsenale della criminalità organizzata, fatta questa mattina dagli agenti del commissariato San Giovanni.
 
Per accedere alla fabbrica dismessa, una ex industria conserviera, gli uomini del clan avevano ricavato una piccola porta, alta non più di mezzo metro, all’interno del portone principale: lo modeste dimensioni consentivano di nascondere l’ingresso dietro i cassonetti della spazzatura.
All’interno, le armi erano conservate in involucri di cellophane. Uno dei fucili disponeva di un mirino telescopico di precisione. Oltre l’arsenale, la polizia ha sequestrato della cocaina, la pressa per preparare le dosi, un panetto di tritolo e dei candelotti di dinamite. Su una parete erano disegnate delle sagome umane crivellate di proiettili. Il ritrovamento del gatto ucciso da colpi di arma da fuoco testimonia come, in questo arsenale-poligono, gli uomini del clan usassero anche animali come bersagli mobili. Sono in corso indagini per accertare quale cosca usasse lo stabilimento dismesso per le proprie attività illecite. Nella periferia Est di Napoli si contrappongono in particolare il clan emergente dei D’Amico e quello “storico” dei Rinaldi, che attraverserebbe una fase di difficoltà.
 
Solo persona senza umanità potevano usare dei poveri animali innocenti come bersagli - dichiara il commissario regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli - per provare le loro armi da fuoco. Purtroppo il fenomeno è in aumento e dimostra che valore da alla vita questa gente. Ci era già successo di intervenire in un comune della provincia proprio tre settimane fa per soccorrere un cane ferito da arma da fuoco non in uso dai cacciatori”.

Fonte: City

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