Gatti russi sfrattati dal Bolshoi 
 
Dopo i restauri del celebre teatro, non sarà più permesso loro di entrare nell'edificio 
 
 
MOSCA

  
L’inizio dei lavori di restauro del Bolshoi nel 2005, ha scritto ieri il quotidiano "Komsomolskaya Pravda", ha fatto scomparire i gatti dal celebre teatro moscovita della seconda metà del Settecento. I felini, che introducendosi nell’edificio attraverso il sistema di ventilazione avevano da sempre trovato nel teatro un ottimo rifugio dai rigori dell’inverno russo, non potranno più rientrare nell’edificio neanche a restauri ultimati.

Saranno infatti poste delle reti a protezione delle bocche di areazione e, come riferisce l’ufficio stampa del teatro, «non solo i gatti, ma neanche un topo riuscirà più a entrare».

  

I mici del Bolshoi ora abitano gli scantinati dei palazzi vicini: sono dunque ormai lontani i tempi in cui qualcuno di questi animali passeggiava tranquillamente in piena rappresentazione dell’Aida, suscitando l’ilarità del pubblico e la perplessità del cantante di turno, o si infilava all’ improvviso fra le gambe dei ballerini. Ma sono anche lontane le stragi delle colonie di gatti che vivevano sotto le quinte e che spesso rimanevano schiacciati dai meccanismi per muovere il palcoscenico.

 

Un migliore trattamento ricevono i gatti del museo dell’ Hermitage di S.Pietroburgo che, ben pasciuti dal personale addetto, vengono usati per tenere lontani i topi dalle opere d’arte, e nei mesi scorsi hanno anche ricevuto una «assunzione» ufficiale da parte dei curatori.

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