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PRIMA CONDANNA IN ITALIA PER SPERIMENTAZIONE ILLEGALE

Per la prima volta in Italia un tribunale ha emesso una sentenza di condanna a carico del titolare di un laboratorio abusivo di sperimentazione, denunciato per maltrattamento e uccisione di animali: è accaduto in provincia di Modena e il procedimento penale nei confronti del laboratorio illegale di Mirandola (Modena) è scaturito a seguito dell’intervento delle Guardie zoofile della LAV, coadiuvate dalla Guardia di Finanza, nel gennaio 2011, cui era anche seguito il sequestro di tutti gli animali, più di un centinaio tra cavie, topi, conigli e criceti.

Il colpevole, titolare del laboratorio clandestino dove sarebbero state effettuate più di 1.300 sperimentazioni di biocompatibilità e testati 566 tipologie di prodotti medicali, è stato condannato in patteggiamento a 4 mesi di reclusione, secondo le informazioni pubblicate dalla stampa.

“Un reato gravissimo, sia per le sofferenze inflitte agli animali sia per l’assenza di garanzie che un laboratorio clandestino può offrire alla collettività, e per il quale dunque avremmo voluto una pena ben più severa - afferma la LAV - Questa condanna è particolarmente importante perché è la prima emessa in Italia per un caso di sperimentazione illegale e, inoltre, perché conferma che tutti gli animali sono oggi oggetto della normativa penale sul maltrattamento (legge 189 del 2004), senza distinzione alcuna, anche se oggetto di attività speciale, come in questo caso la sperimentazione animale.”

Secondo le notizie diffuse per il momento solo a mezzo stampa, risulta ancora aperta e al vaglio degli inquirenti la posizione di terzi soggetti implicati nella vicenda. Purtroppo non è stato possibile per la LAV, che pure ha seguito sin dalla prima segnalazione il delicatissimo caso, costituirsi parte civile poiché il patteggiamento in fase di indagini preliminari, rito scelto dal titolare della struttura abusiva, non lo prevede.

“Una sentenza importante in un contesto intoccabile come la sperimentazione animale – afferma Michela Kuan, biologa, responsabile LAV settore Vivisezione - Purtroppo né la legge nazionale né quella europea pongono ad oggi (l'Italia recepirà a breve il nuovo testo comunitario) reali vincoli nel ricorso all'animale e mancano totalmente i controlli, quindi questo caso è unico perché ha permesso di aprire un varco in questo muro silenzioso sottolineando come le poche volte in cui sono entrate le telecamere negli stabulari, abbiano trovato situazioni illegali. Speriamo questo caso faccia capire l'inutilità della sperimentazione animale, infatti negli anni di abusivismo nei quali ha operato la struttura, sono stati messi in commercio presidi medici basati di fatto, sulla sola sperimentazione clinica.”

La LAV e il suo Ufficio Legale si riserva ogni ulteriore commento e azione dopo aver preso visione della sentenza di condanna.

20 dicembre 2011
Ufficio Stampa LAV 06 4461325 – 3391742586 www.lav.it


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