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MILANO 5 febbraio 2010, 07:00 

«Qualche giorno fa ho rivisto un paziente a dieci anni dall'operazione, stava così bene che ho faticato a riconoscerlo». Il paziente era un bel gatto persiano e il medico Giorgio Romanelli, 53 anni, da 16 chirurgo oncologo degli animali. Nella clinica veterinaria in cui lavora, a Nerviano, alle porte di Milano, opera ogni anno 300 animali.
 
«In Italia sono cinque o sei i centri d’eccellenza per questi interventi - spiega -. Cioè specializzati nell’asportazione della zona malata e la sua ricostruzione. I tumori sono infatti la principale causa di morte negli animali domestici, in una percentuale anche maggiore rispetto agli uomini. E l’oncologia veterinaria, medica e chirurgica, oggi ha un alto grado di specializzazione. Romanelli si occupa ormai solo di questo settore, la terapia chirurgica è tra le più diffuse in caso di cancro. Dall’affollata sala d’attesa della clinica, all’ecografo e la tac per la diagnosi, al tavolo operatorio sono passati animali ammalati o feriti, come il cane lupo Joy, arrivato da Caltanissetta a cui è stato ricostruito il muso devastato da una fucilata.
 
«Per un animale domestico la probabilità di ammalarsi è simile a quella umana - spiega lo specialista -: raramente sotto l’anno, circa nel 3 per cento dei casi, e in vecchiaia. I picchi sono in età giovanile e intorno ai dieci anni». I tumori più diffusi nei cani e nei gatti sono quelli della pelle, difficili da curare se non vengono presi in tempo. «La chiave è la diagnosi precoce, che negli uomini ha abbattuto la mortalità per molte forme di cancro, ma che per gli animali non è, a torto, considerata necessaria» sottolinea Romanelli. Anche i costi possono essere un problema, visto che esami, interventi, chemioterapia e degenza possono arrivare a 10 mila euro. Le persone disposte a farlo sono comunque molte, a giudicare dal via vai in clinica .
 
«Cani e gatti sono pazienti ideali, credo che pochi miei colleghi che curano gli esseri umani possano dire lo stesso», scherza Romanelli. Ma la battuta serve per raccomandarsi proprio ai padroni degli amici a quattro zampe: «Le cure hanno successo nella maggior parte dei casi, è importante però osservare e toccare spesso i propri animali e fare attenzione ai malesseri. Se si scopre qualcosa, una macchia sulla pelle o una massa dura, bisogna rivolgersi allo specialista. Soprattutto evitare di nascondere la testa sotto la sabbia per paura».
 
L’ultimo consiglio degli esperti: anche un animale anziano può essere operato. Nelle cliniche specializzate si usa l’anestesia anche su cani con più di vent’anni. «È un luogo comune pensare non valga la pena curarli perché vecchi - conclude il veterinario -, la vecchiaia non è certo una colpa». Neppure negli animali.
 
Il Giornale

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