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Randagi morti di sete: gli animalisti pronti a denunciare il sindaco
MANDURIA – Ancora una volta la situazione riguardante i randagi di Manduria colpisce la sensibilità degli animalisti al di fuori delle nostre mura che minacciano denunce penali nei confronti del sindaco, per la presunta cattiva gestione del problema randagismo e cattiva pubblicità circa il suo operato. L’appello dell’animalista manduriana, Luigia Parco, presidente dell’associazione Onlus «Gaia», pubblicato lo scorso 21 luglio, in cui segnalava la strage silenziosa di cani e gatti randagi che, per mancanza d’acqua, muoiono di sete, è stato raccolto da un membro della Protezione Animali di Bergamo che da tempo frequenta la Puglia per le vacanze e non solo. La signor Elsa Zenoni, questo il suo nome, allo scopo di sensibilizzare al problema l’amministrazione pubblica, ha inviato una lettera al sindaco di Manduria, Paolo Tommasino, nella quale pone l’accento sull’urgenza di un intervento da parte del comune nonché degli stessi cittadini. Elsa Zenoni sottolinea l’obbligo ai sensi di legge, per il comune, di provvedere alla tutela e alla salvaguardia di cani e gatti randagi sul proprio territorio, al loro censimento, sterilizzazione e alimentazione.
“Ma che immagine date alla cittadinanza, ai turisti e a tutta l’Italia mostrando i vostri cani che muoiono a decine per sete nel territorio? – domanda l’animalista – Siamo nel 2011 e, legge a parte, che senso morale ed etico avete?”. Zenoni chiede, inoltre, al sindaco di seguire l’esempio del Comune di Melendugno che si occupa attivamente del problema da due anni; suggerisce di trovare delle persone che si dedichino alla risoluzione di questa triste situazione, di posizionare degli abbeveratoi comunali e di mettere dei manifesti che esortino la popolazione a collaborare per la cura dei nostri cani. A conclusione della sua lettera, l’animalista bergamasca afferma che si terrà informata sull’evoluzione della questione e aggiunge: «Se nulla dovesse cambiare, mi attiverò anche io diversamente, sia con cattiva propaganda circa la questione e il suo operato, sia mandando avanti la pratica con dei legali preposti». Patrizia Raimondo La Voce di Manduria