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01/11/2015  



Jalal Kaal è un veterinario e il suo compito è quello di salvare gli animali. Ma lui è andato ben oltre: ha rischiato la vita, sotto i razzi e le bombe, per non abbandonare cani, gatti e non solo nell’orrore della guerra in Libia.

 

«Se dovessi, lo rifarei di nuovo» dice convinto e orgoglioso quest’uomo alto, magro sulla cinquantina. Quando la rivolta contro Gheddafi ha iniziato a infiammare il suo Paese, lui non ha lasciato Tripoli perché lì c’era bisogno di lui: molti suoi connazionali sono fuggiti, lasciando a casa i loro animali. Mentre diplomatici e operatori stranieri fuggivano, lui e suo figlio si spingevano nei quartieri per trovare gli animali lasciati soli.

 

In totale ha salvato circa 200 animali, tra cui 200 fra cani e gatti, poi tartarughe, porcellini d’India e perfino un pappagallo di nome Charlie. In molti casi, come ha raccontato lo stesso veterinario, sono state le famiglie stesse ad indicargli dove trovare gli animali lasciati indietro.

 

Li ha tenuti nella sua clinica, in un sobborgo sud-occidentale di Tripoli, proprio accanto a un edificio che prima veniva usato come base dai servizi segreti di Gheddafi. «I missili cadevano così vicini che parte del tetto della clinica è crollato». Ma Kaal non si è fermato: lui e suoi figli sfidavano i razzi e le bombe per raggiungere la clinica, nutrire e prendersi cura degli animali. «Con i miei figli dovevamo prendere gli animali a gruppetti per far fare loro una passeggiata e coccolarli» racconta il veterinario.


Ma tenerli in quel luogo non era sicuro. Così Kaal ha deciso di trasferirli in Tunisia: «Da febbraio a ottobre 2011, ho guidato 15 volte da Tripoli a Djerba» dove gli animali, poco per volta, hanno preso il volo per tornare dai loro proprietari. Un viaggio che in condizioni normali si potrebbe fare in quattro ore, ma che una volta è durato oltre 14 ore perché, per motivi di sicurezza, ha dovuto viaggiare a fari spenti.

 

Kaal non è diventato ricco, anzi: molti proprietari non lo hanno neanche risarcito delle spese, ma è orgoglioso di quello che ha fatto: «Non c’è nulla di meglio delle lacrime di gioia dei proprietari che possono ricongiungersi con i loro animali domestici».Nonostante la sua impresa, Kaal rimane un uomo modesto: «Sono terrorizzato dalla guerra - dice -. Non ho mai toccato neanche una pistola. In realtà sono un gran fifone».
Fulvio Cerutti

 
http://www.lastampa.it/2015/11/01/societa/lazampa/cane-cani/in-libia-un-veterinario-salva-animali-dallorrore-della-guerra-PzvKRnGEVTQkqZo8pc92VJ/pagina.html

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