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In un’ intervista rilasciata ieri sera al TG5 delle 20.00, Stefano Nones, figlio di Walter e Moira Orfei, ha riferito sull’incidente accaduto a Kiev, dove i leoni del circo hanno aggredito il domatore (vedi articolo e video GeaPress). Nones, dal suo punto di vista, ha sostanzialmente confermato quanto riportato da GeaPress. L’unica differenza, …sostanziale, è che gli animali non dovrebbero stare nel circo.
 
Nones, confermando la presenza dei numerosi leoni maschi (il riferimento è alla stagione degli amori, in realtà sfasata in cattività) ha sottolineato come il domatore ucraino fosse sprovvisto dello sgabello. In effetti, nelle cronache circensi, lo sgabello, come la frusta, è il simbolo della paura. Ogni animale, infatti, ha attorno a sé uno spazio invalicabile. Se violato fugge per la paura. Ma se la via di fuga è impedita scatta l’aggressione.
Lo sgabello è la barriera interposta tra il domatore e l’animale. E’ il simbolo della paura. E’ la raffigurazione delle tecniche di addestramento mirabilmente descritte in un libro della parente di Stefano Nones, sig.ra Liana. L’animale viene condizionato da continui esercizi ad obbedire al domatore il quale gli darà da mangiare piccoli pezzetti di carne se esegue correttamente e lo “punzecchierà” se sbaglia.
 
Sebbene le telecamere nascoste dagli animalisti nei più grandi circhi inglesi ed americani abbiano svelato un mondo fatto di sprangate e bastonate, quello raccontato dalla Sig.ra Orfei è il cosiddetto addestramento dolce, descritto da un altro famoso domatore che si serviva degli sgabelli, ossia Alfred Court. Uno altro parente di Stefano Nones, Orlando Orfei, era famoso perché portava in pista delle Iene, difficili da condizionare con frusta e “punzecchiature”. Lo “spettacolo” consisteva nel costringere la iena a spostarsi sotto il gioco della sgabello (ovvero della paura) e il visibilio del pubblico si otteneva quando la iena saltava sul domatore che issava lo sgabello, distruggendolo (…lo sgabello). Quello che probabilmente sarebbe avvenuto se il domatore di Kiev avesse avuto lo sgabello, così come giustamente richiamato dal Signor Nones, è che l’aggressione sarebbe stata diversamente indirizzata. Nella mente del leone, però, vi sarebbe stato sempre l’uomo.
 
Stefano Nones è stato di recente aggredito da una tigre bianca (fenomeno da baraccone ottenuto tramite accoppiamenti di consanguinei tutti discendenti da un’unica tigre del bengala catturata con questa aberrazione cromatica). Lui come il padre Walter, sono ora accumunati da storie di aggressioni di grandi felini. La madre, Sig.ra Moira, aveva più volte espresso (pubblicamente) la sua paura nel vedere entrare il figlio nella gabbia delle tigri. Il circo di Moira Orfei è il primo in Italia che ha fatto registrare, negli ultimi dieci anni, aggressioni di grandi felini, anche mortali. Se per i circensi non fosse stata appositamente modificata una legge dalla quale era scaturita l’inidoneità alla detenzione di animali pericolosi (tra cui i grandi felini) molti di questi incidenti, anche mortali, non sarebbero avvenuti.
 
Forse ce n’è abbastanza per dire basta al circo senza animali anche se alla Camera dei Deputati è stata del tutto cancellata la legge che prevedeva il divieto di utilizzo degli animali
 
Fonte: Gea Press

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