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IVREA - Voleva avvelenare le pantegane che da tempo infestano il suo cortile, ma con il topicida ha rischiato di uccidere il gatto della vicina. Ora è finito nel registro degli indagati con l'accusa di maltrattamento animali. Se non esistesse una denuncia in commissariato e se il sostituto procuratore Francesco Saverio Pelosi, in seguito a quella querela, non gli avesse fatto recapitare un avviso di garanzia, forse nessuno crederebbe a questa storia.
 
Invece Carmine Zambara (assistito dall’avvocato Andrea Bertano), 58 anni, professione giardiniere, residente a Ivrea, è finito al centro di una vicenda giudiziaria che definire grottesca è un eufemismo. A breve, poi, dovrà comparire in Procura per essere interrogato. Dovrà ripetere, in sostanza, quello che già aveva detto ai poliziotti subito dopo la querela dalla vicina. E cioè che la sua intenzione non era certo quella di ammazzare i gatti: «Ma quelle maledette le pantegane che, ormai da troppo tempo, assediano il mio cortile - dice adesso Zambara - E se quei gatti sono finiti nella mia proprietà che colpa ne ho?»
 
Tutto inizia il 21 marzo quando Barbara Pasinato, vicina di Carmine Zambara, vede uno dei suoi gatti con in bocca una di quelle pastiglie usate per avvelenare i topi. La prima cosa che fa la donna? Anziché togliere quel sacchetto avvelenato in bocca al felino, porta l’animale dal veterinario. Quando il gatto inizia a vomitare, insieme a tutto il resto rimette anche un paio di quelle pastiglie al topicida. La diagnosi del veterinario non lascia spazio a dubbi: malore per avvelenamento.
Barbara Pasinato torna in via Amedeo di Castellamonte, a pochi passi dall’ospedale, dove vive anche Carmine Zambara, e ancora in preda all’ira affronta il vicino: «Hai rischiato di ammazzarmi il gatto con il tuo veleno». Lui, incredulo, cerca di spiegare la situazione e tenta di giustificarsi: «Guarda che non ce l'ho con i tuoi animali, ma con quei topi che da tempo infestano il mio cortile».
 La spiegazione è totalmente inutile. Tanti che, pochi mesi dopo, arriva l’avviso di garanzia. Carmine Zambara non crede a ciò che vede: «Pazzesco, non mi aspettavo di finire nei guai per questa storia. Le pastiglie con il topicida io le ho messe nella mia proprietà e sotto alcuni vasi in cemento. Insomma: avevo tutto il diritto di farlo».
 
Nelle sue parole, però, adesso c’è anche spazio anche per un pizzico di delusione e di sarcasmo: «Con tutti i problemi che ha la giustizia mai mi sarei aspettato che si perdesse tempo con una vicenda del genere».
 
Giampiero Maggio 
La Stampa

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