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ITALIA: APPROVATO UN ATTO PER LA CACCIA AI LUPI
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Lupi sempre più a rischio: approvato un atto per cacciarli in Italia
Il predatore, già sull’orlo dell’estinzione, è messo nuovamente in pericolo da un documento che vuole rendere possibile il suo abbattimento per i danni causati all’agricoltura.
Rendere cacciabile una specie superprotetta, che negli anni '70 era letteralmente scomparsa dal territorio italiano e che a fatica ha riconquistato angoli di spazio, sembra una follia. Stiamo parlando dei lupi che oggi, nel nostro Paese, non toccano le 1000 unità.
Eppure la Commissione Agricoltura della Camera ha approvato all’unanimità un documento che vuole consentire l’abbattimento del predatore per i danni che causa agli agricoltori. Al ritorno della pausa estiva, l’atto, stilato in conclusione di oltre 2 anni di indagine conoscitiva, verrà tramutato in una proposta di legge.
I deputati sono pronti a ricorrere alla Convenzione internazionale di Berna che consente l’uccisione anche delle “specie assolutamente protette” per prevenire “danni importanti al bestiame”.
Ma la quantizzazione di questi danni, in effetti, non sembra chiara a nessuno, nonostante le indagini conoscitive del caso.
Lo stesso relatore della Commissione Agricoltura, Monica Faenzi (del Pdl) ha ammesso – in seguito alle proteste del presidente Lipu, Fulvio Mamone Capria, che imputava le maggiori problematiche a cinghiali, lepri e fagiani - come l’assenza di dati certi rappresenti una delle difficoltà principali nel gestire le specie selvatiche e vi sia pertanto la necessità di un censimento nazionale condotto dall’Ispra - Istituto Superiore per la Proezione e la Ricerca Ambientale.
Paradossale un provvedimento di questo tipo, quindi, che sembra voler appianare - seguendo la strada più semplice ma anche la più dannosa per l’ambiente e la biodiversità - i conflitti con la zootecnia.
Il documento è stato definito «gravissimo e senza senso» da Cristina Morelli, la responsabile per i diritti degli animali dei Verdi
, che spiega come una convivenza pacifica tra predatori e animali domestici possa essere garantita in diversi modi, tutti estremamente efficaci, dal ricovero notturno del bestiame, all’uso di cani addestrati, fino all’utilizzo di recinzioni elettrificate, sperimentate con successo anche in Italia.
«Ci meraviglia che anche il centrosinistra - continua Morelli - abbia aderito a un simile documento, scegliendo, come spesso accade, la strada più facile e più crudele rispetto a quella più difficile delle scelte non cruente ma rispettose delle sensibilità e dei diritti di tutti e non solo di una manciata di cacciatori».
Valutando che siamo nel pieno della sesta estinzione di massa e che tra qualche anno i grandi predatori del pianeta potrebbero essere solo un bel ricordo (con relativi devastanti effetti a cascata su tutti gli ecosistemi), s
arebbe veramente d'uopo che le alte sfere del Paese tenessero maggiormente in considerazione il rischio che si corre – come sottolinea il presidente della Lipu, – «a ri-criminalizzare una specie ai limiti della sopravvivenza».
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