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Sono sempre i più deboli a pagare nei momenti di crisi e di difficoltà. E tra i deboli ci sono anche gli animali. Cani, gatti e altre bestiole come rettili, pappagalli e criceti che, a seconda della moda del momento, sono entrati a far parte del nucleo domestico di tante famiglie.
 E, anche per loro, sono tempi duri. Negli Stati Uniti, ad esempio, si è registrata un'impennata di abbandoni di cani e gatti in particolare quale causa-effetto della crisi dei mutui subprime. Molti americani sono stati costretti a lasciare la casa e con essa rinunciare alla possibilità di tenere il proprio animale. Così molti cani sono finiti in canile e molti gatti per strada. Una dramma nella tragedia di molte famiglie.
  
Da noi la situazione è, per fortuna, molto diversa. I problemi ci sono lo stesso perché, anche senza la scure della rata del mutuo, i bilanci delle famiglie sono sempre più in rosso.
Occorre quindi riscoprire la «diligenza del buon padre di famiglia», tagliando le spese superflue e rivedere al ribasso tutte le altre. Compresi i costi sostenuti per tenere Fido e Fuffi con noi. Un indicatore di questo stato d'animo si può ritrovare nei supermercati che hanno interi reparti dedicati al loro benessere. Le offerte si moltiplicano e il 3x2 arriva anche sulla scatoletta per cani e gatti. C'è chi sceglie prodotti a basso costo, non di marca e chi invece i torna all'antico con la preparazione di «papponi» a base di avanzi di cucina.
  
Anche la visita dal veterinario diventa una preoccupazione in più. C'è chi chiede lo sconto al medico e spesso paga un salasso l'acquisto dei farmaci specifici, le cui confezioni raramente vengono utilizzate per intero ma sono state pagate per tali. «Per ovviare soprattutto al costo delle terapie farmacologiche - spiega Vincenzo Appicciuttoli, medico veterinario della Asl RmE - non essendo ancora possibile dispensare il farmaco da parte del medico veterinario, molti colleghi aiutano i proprietari di animali concedendo quote parti di flaconi, iniettabili e grandi confezioni di compresse, per consentire un risparmio considerevole per l'effettuazione della terapia».
Cani e gatti, fanno parte a tutti gli effetti della famiglia che li ospita, rappresentano un valore emotivo e affettivo, sancito dalla legge e riconosciuto anche dai medici che li impiegano nella pet-therapy.
Eppure i nostri amici a quattrozampe sono inesistenti per la burocrazia e non ci sono forme di solidarietà sociale a sostegno di chi, magari, salva un cane dalla strada e lo adotta, contribuendo alla soluzione di una problema che è di competenza degli enti locali.
  
Ma le proposte non mancano.L'estate scorsa un parlamentare del Pdl, per scoraggiare l'abbandono del cane, aveva ipotizzato la detrazione dalle tasse fino a 250 euro per pagare la pensione. Una buona idea, per ora rimasta tale.
Chi vuol bene agli animali e chi fa del bene agli animali lo fa a proprie spese. Solo che qualche volta non ce la fa e allora ricorre alla solidarietà organizzata o singola degli animalisti. Si affida al tam tam delle associazioni e alla generosità dei volontari per rimediare scatolette, croccantini e medicine.
Tra questi soprattutto gli anziani e le gattare dalle cui finanze personali dipende il destino di tante piccole e grandi comunità feline di Roma. In finale, portafoglio o meno, il cuore dei romani non bada a spese. A confermarlo un solo dato: il primo giorno della kermesse dedicata al gatto, sono stati adottati tutti i micetti in cerca di una casa.
Cinzia Tralicci
c.tralicci@iltempo.it

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