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«Le davo da mangiare anche io. Non ho mai sbagliato un tiro, ma ora basta con la doppietta». Accertamenti dei carabinieri

Le scuse rivolte al paesino di Biserno. La decisione di dire addio alla doppietta. Il cacciatore che ha sparato e ucciso la cerbiatta che giocava con i bambini, al telefono ha la voce bassa, contrita. «Non l’ho fatto apposta, non ho riconosciuto Belinda. Se mi fossi accorto che era lei non avrei mai premuto il grilletto. Figuriamoci, quella cerbiatta veniva a pascolare regolarmente nei miei campi. Non si contano le volte in cui le ho dato da mangiare. Caramelle, insalata, una fetta di dolce. Ora sono amareggiato, rattristato. Ho chiesto subito scusa ad Adolfino, il mio vicino di casa che in qualche modo si considerava il proprietario della bestiola. Lui me ne ha dette di tutti i colori, lo capisco in fondo. Le mie scuse, che voglio indirizzare a tutta Biserno, non serviranno a riportare in vita Belinda».

55 ANNI, OPERAIO - Il cacciatore - che chiede a Corriere.it di non pubblicare le sue generalità - nella vita fa l’operaio, ha 55 anni e va a a caccia da oltre 18, si vanta di «non aver mai sbagliato un tiro». Ma è lui stesso ad ammettere che il «solo colpo che non avrei dovuto sparare è quello che venerdì ha ucciso Belinda», la cerbiatta che da due anni era stata adottata da Biserno, borgo di 90 anime adagiato sugli Appennini del Forlivese e che adesso è sotto choc.

UN TIRO PRECISO - Il cacciatore difende però la «precisione» del suo tiro: «Ho colpito l'animale al quale ho mirato. Purtroppo era Belinda. Forse sarebbe stato meglio che qualcuno, i proprietari, l'avesse indicata con un fiocco. Avrei potuto riconoscerla. Ma oramai è troppo tardi». La cerbiatta, trovata ancora cucciola due anni fa in una stalla che aveva raggiunto chissà come, era ben presto diventata la mascotte del borgo. Cresciuta da tutta la comunità con sette od otto litri di latte giornalieri, ospitata nelle case come qualcuno di famiglia. Rifocillata con i cibi provenienti dal ristorante del paesino, un'oasi di tranquillità meta di chi vuole soggiornarvi in agriturismo. Giocare con Belinda per i bambini era una festa.
 
«ERO FUORI DAL PAESE» - Stando a quanto racconta il cacciatore, Belinda era nel pascolo, assieme ad un gruppo di daini. Anche per questo non l'avrebbe riconosciuta. Ma non è vero, sostiene, che la fucilata sia stata esplosa nell’abitato. «Ma figuriamoci, ho sparato fuori, a oltre 100 metri dalle case. E con la canna verso la campagna - vuole precisare l'uomo che ha sparato alzando stavolta la voce -. Sono in regola, sino al 10 marzo si può andare a caccia, è il periodo che chiamiamo della selezione. Sono dispiaciuto, ma molto». Infine la decisione di dire addio alla doppietta: «Dopo quello che è successo non so se tornerò a caccia. Non credo di farcela».

GLI ACCERTAMENTI DEI CARABINIERI - Intanto della vicenda si stanno interessando anche i carabinieri della stazione di Corniolo, attivati da un esposto firmato da alcuni cittadini del borgo, che ieri hanno effettuato un sopralluogo per chiarire se la povera Belinda sia stata uccisa dentro o fuori dai confini della riserva di caccia.

Alessandro Fulloni
 alefulloni19 febbraio 2013 | 20:26© RIPRODUZIONE RISERVATA

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http://www.corriere.it/animali/13_febbraio_19/cacciatore-uccide-belinda_98539ec2-7a9f-11e2-896e-599d001aa8d7.shtml

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