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14 marzo 2011 - Il lager dei gatti era nascosto dentro un cantiere edile, nel centro di Olbia. Tra le impalcature erano state realizzate alcune gabbie per le torture. Il trattamento era molto crudele: prima le sevizie e poi il fuoco.
 
I lamenti disperati di un gatto che è stato ridotto in fin di vita ha attirato l'attenzione della sua padrona che da giorni lo cercava. Ha capito che qualcuno lo stava massacrando e ha segnalato tutto alla polizia municipale: una pattuglia di vigili è intervenuta subito e ha scoperto tutto quello che accadeva all'interno del cantiere. E ha fatto scattare le denunce. Ora, di fronte al giudice per difendersi dall'accusa di maltrattamento di animali, si ritrovano tre muratori di Guspini: Giampaolo Pia di 46 anni, Massimiliano Pinna di 32 e Maurizio Giraldo di 30.
 
Ieri mattina, di fronte al giudice monocratico del Tribunale di Tempio, Riccardo De Vito, si è aperto il processo. Il pubblico ministero Gianmarco Vargiu ha interrogato i primi testimoni, tra i quali la donna che ha allertato la polizia municipale. Il suo gattino era scomparso da alcuni giorni e lei lo cercava dappartutto, in tutte le strade del quartiere e anche nelle campagne. Poi ha sentito il lamento disperato e ha capito che stava succedendo qualcosa di macabro. Quando gli agenti della polizia locale sono entrati nel cantiere hanno trovato le gabbie e il gatto moribondo.
Un veloce sopralluogo è bastato per capire come funzionava il sistema. Per attirare i gatti, all'interno della trappola era stata sistemata un'esca: un boccone di carne che bastava per catturare la preda. A quel punto iniziavano le sevizie con il fuoco.
 
Giampaolo Pia, Massimiliano Pinna e Maurizio Giraldo sono stati subito denunciati e nel corso della prossima udienza, che si svolgerà a giugno, il giudice emetterà la sentenza.
 
L'UnioneSarda.it
 

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