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10 genn 2011 - È proprio vero che spesso gli animali «soffrono gratis», senza un motivo. Neanche quello di diventare cibo. È successo a un’oca della Pellerina, ferita da due frecce, molto probabilmente lanciate con una balestra.
Per fortuna, non è morta. Perchè? Forse un gioco - dicono le guardie provinciali - uno stupido gioco, frutto di qualche regalo di Natale di cattivo gusto e alla persona sbagliata. Dove provare le frecce, se non contro un animale al parco? L’oca è stata trovata da un volontario dell’Oipa, Organizzazione internazionale protezione animali. «Verso le dieci di sera ha visto la povera oca sulle rive del laghetto: cercava di alzarsi con due frecce conficcate nel corpo», racconta Alessandro Piacenza. A quel punto il ragazzo da solo ha cercato di recuperare l’animale per portarlo da un veterinario ma con poco successo.
 
«L’oca scappava e cercava di nascondersi - spiega Piacenza - per fortuna il laghetto è fatto in modo che gli animali possono trovare un riparo, e poi lo specchio d’acqua è tutto recintato». Le ricerche sono proseguite fino alle 23, quando la piccola squadra - a quel punto il volontario era stato raggiunto da altri quattro soci Oipa - stava per arrendersi per riprendere le ricerche la mattina dopo, l’oca è stata vista spuntare da un cespuglio.
 
«L’abbiamo recuperata con un telo, cercando di non spaventarla troppo. Per fortuna le ferite non erano in organi vitali, ma solo nella sottocute e nella muscolatura del fianco sinistro. L’abbiamo portata subito da un veterinario di fiducia dell’associazione». Il piccolo pennuto non senza qualche timore si è fatto visitare. Tenuta in osservazione tutta la notte, ora se ne occupa il Servizio Tutela Flora Fauna della Provincia di Torino che l’ha trasportata alla clinica universitaria di Grugliasco.
Ora è nelle sapienti mani del responsabile del dipartimento Animali Non Convenzionali della facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino che l’ha ricoverata per proseguire le cure.
 
I responsabili dell’Oipa hanno presentato un esposto per il reato di maltrattamento animali consegnando le due frecce. «L’oca sta reagendo positivamente alle cure e ci auguriamo che presto possa tornare libera» dice ancora Piacenza e poi ricorda quel cigno ucciso a Moncalieri, ma forse «allora era qualcuno che lo uccise per mangiarselo. Qui invece forse è stato solo un gioco crudele».
 
Antonella Mariotti
 
La Stampa

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