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L’isola è senza veterinario e il gatto ustionato muore

Niente da fare per un micio gigliese, ferito con acqua calda o acido. La condanna di Amici di Bobi: «Un’agonia spaventosa: urge un ambulatorio»


26 novembre 2015



ISOLA DEL GIGLIO. Niente da fare per un micio dell’isola del Giglio. Un piccolo randagio, arrivato a Porto Santo Stefano domenica con una grossa ferita, non ce l’ha fatta. È morto nel tardo pomeriggio di martedì, all’interno della clinica della Costa d’Argento dove si trovava in cura da due giorni.

Avremmo voluto raccontare un’altra bella notizia, come quella dell’estate scorsa in cui una gattina è stata salvata da un marinaio dalle acque del porto del Valle dopo essere caduta da un traghetto e che, adesso, vive felice assieme ad una coppia argentarina. Invece, purtroppo, il destino è stato avverso per un gatto che si trovava, anch’esso, sull’isola del Giglio. La chiamata all’associazione animalista di Porto Santo Stefano Amici di Bobi è arrivata sabato: veniva chiesto aiuto da alcuni volontari per un gattino ferito.

Le avverse condizioni meteo non hanno però permesso al traghetto di partire, rimandando tutto al giorno seguente. Domenica mattina, appena il piccolo felino è arrivato sulla terraferma, è stato subito portato alla clinica veterinaria della Costa d’Argento per essere sottoposto alle cure del dottor Francesco Stefani.

L’animale presentava un’estesa lesione sul corpo, non provocata però da un investimento come riferito inizialmente all’associazione, bensì da un prodotto chimico o acqua bollente, che gli ha provocato una grossa ustione.

«La gravità del fatto - dicono i volontari di Amici di Bobi - sta nel fatto che non può essersi procurato da solo un’ustione di questo tipo. Dopo due giorni di agonia, purtroppo, il gatto non ce l’ha fatta. Noi siamo indignati per l’accaduto e confidiamo che questo orribile caso rimanga isolato e che le numerose colonie feline dell’isola siano tutelate, nel rispetto delle leggi contro il maltrattamento e la tutela degli animali randagi».

E qua torna di attualità la necessità, già palesata la scorsa estate, di un ambulatorio di primo soccorso veterinario sull’isola del Giglio, richiesta anche dall’associazione Amici di Bobi in seguito a quest’ultimo episodio.

«Essendo un posto turistico - concludono - sarebbe opportuno che anche il Giglio ne avesse uno. Noi a Porto Santo Stefano rimaniamo comunque sempre a disposizione per la sterilizzazione».

L’episodio va ad aggiungersi, dunque, a quello di Camilla, il cane deceduto la scorsa estate per un attacco cardiaco.

Anche in quel caso i padroni chiamarono i soccorsi, salvo poi scoprire che non c’era un veterinario sull’isola.

Cosa che, secondo quanto riferisce il sindaco gigliese Sergio Ortelli, «non è possibile sistemare, vista la mancanza di risorse. Ci vorrebbe un veterinario privato - dice - perché noi non ci possiamo permettere di rimediare. Addirittura manca anche un ambulatorio per gli esseri umani. Quando poi il mare è mosso è un problema. Noi facciamo il possibile con quello che abbiamo, ma in questo caso ci sarebbe bisogno di un veterinario privato che si assuma l’onere di aprire un ambulatorio qua al Giglio. Le isole purtroppo spesso vivono di penalizzazioni: questo vale, oltre che per la sanità, anche per la scuola. Io poi - conclude il sindaco - sono dalla parte degli animali, ho un cagnolino e anche io sono costretto a portarlo sulla terraferma per le cure veterinarie».

Andea Capitani
 

http://iltirreno.gelocal.it/grosseto/cronaca/2015/11/26/news/l-isola-e-senza-veterinario-e-il-gatto-ustionato-muore-1.12509023?ref=twfti

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