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GENOVA: IO, GATTO RANDAGIO CON LA CARTA D'IDENTITA'
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GENOVA - Nome: Romeo. Sesso: maschio. Età: 8 anni. Segni particolari: tigrato. Stato di salute: buono, sterilizzato.
Romeo è uno dei 12 mila gatti randagi che abitano il territorio comunale e che, prossimamente, saranno schedati dal Comune. Un popolo a quattro zampe, spesso invisibile, che grazie al censimento programmato dall’Ufficio diritti degli animali acquisterà ben presto volto e identità. Magari anche un nome.
«Ma non è questo l’aspetto più importante» sorride Paola Vada, dirigente dell’ufficio del Comune che si occupa di proteggere, curare e contenere sul piano demografico, attraverso periodiche campagne di sterilizzazione, la fauna urbana. Cani e gatti, ma non solo. Animali «da affezione», “cittadini” pienamente riconosciuti e tutelati dalla legge.
Sono circa 900 le colonie feline sottoposte a salvaguardia dal Comune per un totale, come detto, di oltre 12 mila gatti. Circa 700 i volontari, ovvero le “gattare”, che si prendono cura dei randagi sotto la regia e col beneplacito di Tursi.
C’è anche una cooperativa sociale, composta da 12 operatori, che si occupa delle colonie di gatti prive di custodi.
«Tutti gli animali che vivono sul nostro territorio - premette Vada - sono tutelati dalla legge regionale numero 23 del 2000.
Legge che è stata meglio specificata, nel 2002, con il regolamento comunale per la tutela e il benessere degli animali in città». «
I gatti che vivono in stato di libertà sul territorio
- recita in particolare l’articolo 27 del regolamento -
sono protetti ed è fatto divieto a chiunque di maltrattarli o allontanarli dal loro habitat».
I gatti vivono sempre in gruppi, più o meno folti, le colonie appunto.
Gruppi stanziali radicati in habitat, vale a dire «qualsiasi territorio o porzione di esso, urbano e non, edificato e non, sia esso pubblico o privato», come strade, piazze, scalinate, edifici abbandonati, giardini, vicoli.
Vincenzo Galiano
ilsole24ore.com
Foto: Laura - Pavia
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