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A GENOVA CACCIA A MAMMA CINGHIALE E FIGLI
In pieno centro cittadino. 
 
  
4 luglio 2011 - Una battuta di caccia grossa in pieno centro cittadino (Corso Carbonara) messa in atto da una task-force di tiratori scelti della Polizia provinciale di Genova. E' questa, da quanto risulta, la risposta del solerte assessore alla viabilità della Provincia di Genova, Piero Fossati, per garantire la pubblica incolumità messa in pericolo, a detta dello stesso, da una famiglia di cinghiali, mamma e sette cuccioli, rei di accettare cibo e confidenze da cittadini 'animalisti': "E' un comportamento irresponsabile. Se volete avvicinare i cinghiali e dar 'loro da mangiare' fatelo, ma in campagna. Non in città", dichiara Fossati.

Maurizio Giulianelli, portavoce dell'Associazione Vittime della Caccia sottolinea che "senza entrare nel merito di quanto sia inopportuno il foraggiare i cinghiali, l'aspetto inquietante è che si è autorizzato l'uso di potenti armi a lunga gittata in pieno centro abitato, addirittura nelle immediate vicinanze di scuole, fermate autobus e sedi stradali, nemmeno si trattasse di contrastare una banda di delinquenti armati, intenti alla rapina del secolo.

Che tale operazione fosse autorizzata ed eseguita da chi di competenza, è un dato di fatto. Non si capisce però come si possano disconoscere i parametri necessari a garantire la pubblica sicurezza durante ll'impiego di armi da fuoco. Infatti, il codice penale, all'art. 703 "Esplosioni pericolose" , punisce lo sparo in luogo pubblico e la Legge 157/92 che regola l'attività venatoria, all'art.21, comma 1 lett.f), prevede il rispetto della distanza di sicurezza, pari ad una volta e mezzo la gittatta della stessa arma. E si parla di armi ad anima rigata con gittate utili che variano fino a qualche migliaio di metri, fucili atti ad ammazzare animali di grosse dimensioni, umani compresi.

Sull'invasività dei cinghiali si potrebbe discutere ripartendo dall'origine del problema, ovvero la diffusione dei cinghiali dettata, come è sempre bene ricordare, da interesse venatorio e mala gestione del territorio. Ma se la dichiarazione dell'assessore Fossati appare sconcertante proprio in termini di responsabilità e pubblica sicurezza, un altro aspetto non è da meno: non tenere conto della turbativa causata alla sensibilità comune dei cittadini, sottoposti ad una ingiustificata dimostrazione di violenza applicata.
Il richiamo dell'Assessore ad un 'comportamento responsabile' ci appare quindi paradossale a fronte dell'ingiustificabile impiego di armi da fuoco in piena città, rispetto alla modesta e reale 'offensiva' ricevuta da parte di una famigliola di suidi selvatici, evidentemente troppo fiduciosi.

E' il caso di dire che la medicina usata è ben peggiore della presunta 'malattia'!

Non si capisce pertanto per quale motivo non si sia optato per una soluzione incruenta quale la cattura, operazione non difficilissima vista la consuetudine di questi cinghiali ad interagire con le persone. Alternativa prioritaria rispetto alle mattanze, come previsto dalla Legge 157/92. art. 19, comma 2. (Controllo della fauna selvatica), su parere dell'ISPRA.
Della barbara mattanza si poteva e doveva fare a meno: per ragioni di sicurezza e per il messaggio di estrema, inutile, violenza insita in questa esecuzione pubblica!" conclude il portavoce dell'Associazione Vittime della Caccia.
 
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