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GATTILE DI GENOVA, LO STATO PRESENTA IL CONTO: 122 MILA EURO!
13 mag 08 - D. Grillo
Per l'ex polveriera trasformata in casa per felini
  
  
13 maggio 2008  
 
«Voi siete solo mici, piccoli deliziosi felini.
Che credono ancora che l'uomo sia un amico, che credono ancora che l'uomo li ami, che li protegga.
Ma l'uomo non ama che se stesso».      
 
   
Dalla vecchia Polveriera trasformata in gattile, in via alle Mura di Porta Murata a Granarolo, Gabriella Arata se ne dovrà andare.
Con lei tutti gli oltre 120 gatti che accompagnano la sua vita ormai da anni, con lei le sue poesie scritte su un divano bianco attorniata da decine dei suoi amici, la sua famiglia. Oltre a traslocare, dovrà pure pagare il conto di anni di quella che l'Agenzia del Demanio definisce «occupazione abusiva».
Quanto? Quanto basta per disperarsi, perché il conto arrivato al suo "Gattile di Nettuno" è di 122 mila euro, impietosa sommatoria di tutti i canoni d'affitto mensili non pagati dalla donna nel tempo.
La storia di Gabriella e dei suoi amici era da romanzo molto prima che arrivasse la richiesta del Demanio. «Arrivai qui nel 1998 - racconta lei, capelli neri e aspetto tranquillo, 62 primavere compiute - ma amo i gatti da molto più tempo.
Adottai la colonia , numerosa già in origine, che abitava tra la selvaggia vegetazione di villa D'Oria Principe. Avevo in affitto un locale del palazzo, che trasformai in infermeria per gli animali». Dieci anni felici, poi i principi D'Oria decisero di riqualificare quel bene abbandonato.  
 
I gatti, e Gabriella, dovettero trovare un'altra casa. «Cercai un altro immobile - racconta lei - un altro spazio adeguato alla mia strana "famiglia". Ricordo ancora quando mi diedero le chiavi per quel vecchio magazzino, fu un geometra del Demanio a consegnarle nelle mie mani. Non lo occupai abusivamente, mi diedero le chiavi. Purtroppo, pur avendolo sollecitato più volte, non sono mai riuscita a ottenere un contratto di affitto regolare».
Passa un anno, ne passano due, in quella «topaia» abbandonata e chiusa da tempo trovano spazio i felini dell'ex colonia di villa D'Oria.  
 
Un gruppo nutrito di volontari che si era costituito nel tempo attorno all'impiegata di Aster le si fece attorno per sistemare, nel tempo, quella vecchia stamberga che lei si ostinava a voler trasformare in casa vera per i suoi gatti.
«La dotai di impianto elettrico, di fossa biologica e di tutto quello che occorre per una casa che parte da zero - racconta - non abito al gattile, e in questo "hobby" ci ho speso molti soldi, tutti quelli che il lavoro mi permetteva di avere.
Ad occhio e croce in questo posto ci avrò lasciato 300 milioni di vecchie lire. Sapevano tutto, al Demanio.
Mi dicevano: faccia pure i lavori che vuole, poi glieli sconteremo dall'affitto quando metteremo in regola le cose».
Ora questo posto sulle alture di Sampierdarena è una favola.
È pulito, ordinato, cinque o sei volontari ogni giorno fanno di tutto per farlo rimanere un vanto, il tetto non fa più acqua.  
 

«Facciamo del bene, e non chiediamo un soldo a nessuno - dice Gabriella - raccogliamo i gatti che nessuno vuole più, curiamo quelli malati, svolgiamo una funzione sociale e lo facciamo da molto tempo».
A distanza di dieci anni dall'inizio di questa avventura, è arrivata la richiesta. Salata, inattesa. Il conto è, per essere esatti, di 122.578 euro e 93 centesimi.
Da pagare entro il 31 maggio prossimo, possibile un trattamento rateizzato. Pena, la riscossione coattiva del credito, «che verrà maggiorato di rivalutazione e interessi legali».
«Ma io non ce li ho, tutti questi soldi - risponde la regina del gattile di Nettuno - oltre a dover abbandonare questi animali dovrò saldare una cifra che non sono in grado di sostenere».  
 
Il responsabile del procedimento, Mario Parlagreco, per ordini superiori non è autorizzato a rilasciare dichiarazioni alla stampa. Per lui parla un ufficio stampa romano. «Un atto dovuto - dicono - quel locale è un bene dello Stato, e non c'era nessun tipo di contratto con chi lo occupa. Abbiamo dovuto per forza inviare quella lettera, altrimenti si sarebbe ravvisato un danno per l'Erario».
Il Demanio fa capire che, al di là dell'atto dovuto, i margini per una trattativa ci siano. Forse uno "sconto di pena", forse una soluzione d'incontro.  
 
Ma Gabriella sta già cercando un legale per difendersi. «Dio via ha fatto! - scrive Gabriella sul suo divano -pertanto esistete, avete il vostro ruolo in questo brutto mondo. Un ruolo marginale forse. Ma ci siete. Non siete tigri, né leoni, siete solo mici. Piccoli deliziosi felini».  
 
 

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