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IL CANE PRENDE IL BUS. CONDANNATO
La strana vicenda è capitata ad un forlivese, vistosi multare per aver fatto salire il proprio cane sul mezzo pubblico nonostante stesse rispettando le regole.  
  
23 febbraio 2011 - Sharon ha tre pensieri: il suo padrone, la pallina di gomma che lui le lancia - si capisce che lei ci giocherebbe per tutto il giorno senza stancarsi - e prendersi più coccole che può, felice e scodinzolante. Non altrettanto spensierato è invece l’uomo che questo fedelissimo esemplare di schnauzer sale e pepe se lo porta al guinzaglio da dodici anni. Christos Vlantinoudis deve fare i conti con una condanna penale, una multa da 2.500 euro che il giudice gli ha appioppato per interruzione di pubblico servizio.
 
Sharon scodinzola e non sa che a monte di tutta questa spiacevole vicenda c’è proprio lei, come racconta il padrone, un 58enne nato in Grecia ma residente dal ’68 in Italia, prima a Pordenone e poi a Forlì, dove è stato responsabile qualità dei supermercati Coop. “Lo scorso ottobre ho avuto una discussione con un autista di autobus che non voleva che facessi salire Sharon sul mezzo. Avevo pagato il biglietto anche per il cane, le avevo messo guinzaglio e museruola, insomma avevo fatto tutto quel che occorre fare; invece mi sono trovato con una denuncia per interruzione di pubblico servizio e ora è arrivata la condanna”.
 
La convinzione di Christos che tutta la faccenda sia un sopruso è supportata dalle carte mostrate da lui e dal suo legale, l’avvocato Paola Monaldi, che ha presentato opposizione al decreto allo scopo di far celebrare il processo in aula e dimostrare l’innocenza di Christos. “E’ scritto sul regolamento - spiega il padrone di Sharon - che per portare un cane sul bus bisogna pagare un biglietto in più, mettergli il guinzaglio e la museruola. Tutte cose che faccio regolarmente e che ho fatto anche in quella occasione”. Ma la vicenda ha preso una piega inaspettata. Christos Vlantinoudis stava per salire sulla linea 3 davanti all’ospedale Pierantoni, dove era andato per un ciclo di chemioterapia (“Sono invalido al 100 per cento, devo sottopormi alle cure e non ho nessuno tranne la mia Sharon. Mi muovo coi mezzi pubblici e la porto sempre con me”). L’autista del mezzo lo ha fermato mentre era ancora sullo scalino: “Guardi che il cane non può salire”.
 
La motivazione addotta dal conducente, secondo il racconto del signor Christos, era che il cane non era di piccola taglia. “Ho risposto che non c’entra nulla, che i regolamenti e le leggi consentono di portare a bordo cani anche di taglia media o grande se si rispettano le condizioni di cui ho già parlato, ma è stato inutile”. Ne è nata una discussione che ha ritardato la partenza del bus: Christos chiama le forze dell’ordine e dopo un po’ arriva una pattuglia delle volanti. Alla fine l’autobus riparte senza cane né padrone: “Ho chiamato un amico che ha lasciato il posto di lavoro per venirmi a dare un passaggio: cosa avrei dovuto fare, abbandonare Sharon?” Il brutto è che arriva anche la denuncia.
  
Al resto ci pensa la procedura. La pratica fa il suo corso negli uffici del tribunale e si arriva al decreto penale di condanna: un provvedimento che commina direttamente la pena, trasformandola in una multa, senza passare per il processo. Ma è possibile presentare opposizione per andare a processo, ed è quello che Christos e il suo legale hanno fatto. “La legge nazionale - spiega l’avvocato Monaldi - non impedisce agli animali l’accesso sui mezzi pubblici sulla base della taglia. Vogliamo andare a processo per dimostrare che il mio cliente è vittima di un’ingiustizia”. E per cancellare la condanna che pesa sull’ignara Sharon.
   
Paolo Bertuccio - romagnanoi.it 
 

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