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10 giu 11 - La LAV plaude il Parlamento Europeo per avere approvato a larga maggioranza, la Risoluzione n.344 che prevede non venga ratificato l’Accordo Economico e Commerciale Globale (CETA) tra Unione Europea e Canada se, tra le altre richieste avanzate dal Parlamento UE, il Canada non ritirerà anche il ricorso presentato lo scorso mese di febbraio presso il WTO contro il bando europeo al commercio di prodotti di foca.

Il CETA è l’accordo commerciale più completo mai negoziato, comprendente capitoli sul commercio ma anche sugli investimenti e sui diritti di proprietà intellettuale, e, se ratificato, porterà nelle casse del governo canadese oltre 8 miliardi di euro entro il 2014, soprattutto considerando il fatto che l’Unione Europea è il secondo maggiore partner commerciale del Canada e che il Canada è attualmente, in ordine di importanza, l’undicesimo partner commerciale dell’Unione.

Tuttavia il Parlamento ha sollevato alcune preoccupazioni tra cui il conflitto relativo al divieto di importare e commercializzare nell’Unione Europea prodotti di foca e per il quale, al fine di non ostacolare i negoziati CETA, pretende una soluzione amichevole. Il Parlamento ha così invitato la Commissione Europea a mantenere una posizione salda in favore delle disposizioni dell’attuale Regolamento CE 1007/2009 ed ha sollecitato il Canada a ritirare il ricorso presentato al WTO prima che il Parlamento voti la ratifica dell’accordo CETA.

Il Parlamento europeo, grazie ai maggiori poteri conferiti con il Trattato di Lisbona, ha infatti il potere di rifiutare qualsiasi accordo di libero scambio negoziato tra le due parti.
“Il governo canadese che sino ad oggi ha difeso ostinatamente una pratica aberrante come è la caccia delle foche dovrà ora prendere l’unica decisione possibile: ritirare il ricorso contro il bando europeo – dichiara Simone Pavesi, responsabile LAV Campagne Pellicce – L’Unione Europea, con le sue Istituzioni che rappresentano la volontà di 500 milioni di cittadini, si è espressa ancora una volta in favore della necessità di mettere al bando la caccia alle foche. E’ inaccettabile che il Canada possa anche solamente pensare di ottenere favori economici e commerciali da una parte, mentre dall’altra contesta i valori morali del popolo europeo che stanno alla base di questo bando”.
 
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