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Firenze - Non è la sceneggiatura di un pessimo film splatter, ma l’assurda realtà. Un ragazzo di 23 anni senza fissa dimora ha ucciso il cane che gli era stato affidato dalla sorella, strangolandolo con una catena: poi lo ha appeso a un albero, scuoiato e sezionato, e ne ha mangiato alcune parti. Le zampe sono state addirittura marinate come prosciutti.
Quando le guardie zoofile della sezione provinciale dell’Enpa sono arrivate in un casolare, da tempo occupato abusivamente, sulle colline del capoluogo toscano, non credevano ai loro occhi. «In 30 anni di attività a difesa degli animali non abbiamo mai visto una cosa del genere» hanno ammesso Simone Porzio, presidente della sezione provinciale Enpa e Alessandro Quercioli, capo nucleo delle guardie zoofile.
 
Il 23enne, originario del Sud, è stato denunciato per maltrattamento e uccisione di animali: rischia fino a tre anni di carcere. Il cane, di nome Cola, una femmina di razza Corso del peso di circa 50 chili, è risultato appartenere alla sorella, all’oscuro di tutto. Ora le indagini verificheranno se a uccidere, macellare e mangiare l’animale siano state più persone. Della vicenda si sta occupando il sostituto procuratore di Firenze Giuseppina Mione.
 
L’operazione, che ha portato a scoprire e individuare quello che l’Enpa ha ribattezzato il `canibalicida´, è partita grazie a segnalazioni di una discussione in una chat di Facebook. Un utente aveva scritto: «Scuoiarli (i cani) da morti è eticamente ammesso? Dopo che ho ucciso capretti e polli ho preso la decisione più truce, ho ucciso il mio cane, l’ho appeso come un coniglio e denudato».
 
Il Secolo XIX
 

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