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12 ottobre 2012 - Sono quasi cento, a oggi, i cani che vivono la loro vita tra le sbarre dei cinque canili sparsi per il territorio della provincia: quattro sono comunali, a Savona, Cairo Montenotte, Finale Ligure e Albenga, e uno è gestito dell’Ente nazionale protezione animali, tra i boschi di Cadibona.
Non si tratta certo di hotel a cinque stelle, dove gli animali possono vivere comodamente tutta la loro vita, ma alcune delle strutture sono state rinnovate di recente e riescono a garantire ai loro ospiti una permanenza per lo meno dignitosa, seppure in cattività. Altre sono invece vecchie, sovraffollate e inadeguate: rendono perfettamente l’idea di cosa intendesse chi ha inventato il modo di dire “una vita da cani”.
Il caso più eclatante è quello di Finale Ligure: il canile, situato nella zona industriale lungo la strada per Calice, è difficile da trovare, nascosto com’è dietro l’area comunale di deposito dei rifiuti differenziati, tra container di spazzatura maleodoranti e camion della nettezza urbana. La struttura è, in pratica, dotata di una sola gabbia dove tutti gli animali, che gli piaccia o no, vivono insieme: gli spazi sono ristretti, il vociare assordante. I volontari dell’associazione “Elsa nata libera” si augurano che l’iter burocratico per la creazione di un nuovo canile comunale, che sembra essersi finalmente sbloccata, proceda in modo spedito perché ritengono la loro struttura prossima al collasso.
  
«Questo potrebbe davvero essere l’ultimo inverno che riusciamo a reggere prima di chiedere noi stessi la chiusura definitiva – dice Cinzia, la responsabile -. Non c’è modo di tenere i cani al caldo, le reti non tengono più e gli scoli dell’acqua sono perennemente intasati, tanto che ogni volta che una pioggia dura per più di venti minuti dobbiamo correre a salvare i cani più piccoli, perché la cucina si allaga». Oggi gli inquilini del canile sono una quindicina, ma di più proprio non ce ne stanno. All’esterno della gabbia non c’è neanche spazio per far sfogare gli animali con una passeggiata senza il guinzaglio, anche considerato che da mesi, lungo la strada antistante, ci sono rumorosi lavori in corso.
   
Eppure i volontari non si danno per vinti e gestiscono con continuità il loro sito Internet, aggiornandolo con le foto e le descrizioni di ogni loro ospite, per facilitare le adozioni. «Guardiamo con speranza, ma anche con preoccupazione all’iter burocratico per il nuovo canile – aggiunge Cinzia – perché è vent’anni ormai che lo chiediamo. Noi, con il sito Internet e la rete di conoscenze, cerchiamo di essere un punto di riferimento per chi ha un’emergenza: anziani o persone che, per lavoro o salute, non possono più permettersi di mantenere il loro animale domestico. Ma senza una struttura adeguata è un lavoro che non potremmo più fare».
  
Ad Albenga la situazione è migliore: il canile, situato in località Enesi e gestito direttamente da dipendenti comunali, risale alla fine degli anni ’90. è ben attrezzato e, anche se gli spazi esterni per lasciare liberi gli animali non sono vasti, le gabbie sono piuttosto spaziose e confortevoli. Oltre che con i fondi del Comune, la struttura si sovvenziona anche con la quota che riceve dai diversi enti locali per ogni giorno che un cane, proveniente dal loro territorio, trascorre in canile. «Il ritmo con cui gestiamo le adozioni è buono e, per fortuna, negli ultimi anni abbiamo notato una diminuzione degli abbandoni», commenta Cristiano Campana, responsabile del canile.
  
Tommaso Dotta - Il Secolo XIX
 
Animalieanimali.it

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