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MODENA LA PICCOLA PINSCHER STAVA MORENDO DOPO AVER MANGIATO VELENO PER TOPI Labrador dona il sangue e salva una cagnolina
Viviana Bruschi · FINALE EMILIA (Modena) - ERA IN FIN DI VITA. Una minuscola Pinscher di appena due chili, Stella, neo mamma di due cuccioli di poche settimane, stava rischiando di morire. Per giorni si era cibata del veleno per topi: piccoli granellini colorati dal sapore dolce, che i condomini del palazzo dove abita avevano seminato nel cortile per combattare i grossi ratti in circolazione. E sarebbe morta se non fosse intervenuto in suo aiuto, e in extremis, un Labrador di trentacinque chili, Blu, di proprietà della veterinaria. BLU si è improvvisato donatore...Avis e ha salvato la cagnetta dal peso piuma. Una trasfusione lampo di sangue, eseguita nell’ambulatorio della veterinaria, Elisabetta Bellei di Finale, dove Stella era giunta agonizzante tra le braccia del suo piccolo proprietario, Justin Lanziello, ha permesso di mettere il lieto fine alla vicenda.
Stella, da un po’ di tempo, sembrava segnata dal parto. Aveva perso smalto e vivacità. Dormiva, non mangiava più ed era priva di energia. «Poi una mattina l’agonia» spiega il papà di Justin, Angelo. LA FAMIGLIA si precipita nell’ambulatorio veterinario della dottoressa Bellei, che comprende al volo che solo una trasfusione di sangue può salvare da morte per avvelenamento la cagnetta. «Sono tanti gli animali che arrivano in fin di vita o comunque mal ridotti negli ambulatori di noi veterinari, a causa del veleno per topi. In molti casi - spiega - funziona la terapia con antidoti, ma in altri, purtroppo si arriva tardi; poi dipende dalla taglia dell’animale. Nel caso di Stella -_ racconta - ho subito pensato al mio Labrador». Blu, bellissimo e sanissimo, passa così dalla tranquilla cuccia del giardino di casa, dove stava sgranocchiando la colazione, all’ambulatorio della sua padrona. LA TRASFUSIONE, effettuata a tempo di record, ha salvato Stella. Blu diventa campione di generosità. Non sta in sè dalla gioia il piccolo Justin. Ma la gioia è di tutti. «Come regola generale - spiega la dottoressa Bellei - la prima trasfusione di sangue può essere effettuata anche senza la determinazione del gruppo sanguigno quando la procedura viene ritenuta salvavita. Le somministrazioni successive sono ad alto rischio di reazione e perciò devono essere precedute dall’identificazione del gruppo sanguigno e dai test di compatibilità, pena reazioni anafilattiche ed emolitiche mortali. Proprio per questo motivo esiste una Banca del sangue anche per cani e gatti».