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Desio (MB), torna serial killer dei cani
Due anni fa ne avvelenò sette
 

27 APRILE 2010 Desio - L'incubo delle polpette avvelenate torna a tormentare i sonni dei proprietari dei cani di via Monte Rosa e via Spluga, presso la Cascina Bolagnos. A due anni di distanza dall'eccidio di almeno sette cani domestici, tutti avvelenati con dosi massicce di “metomil”, si riaffaccia lo spettro che tutti speravano di avere ormai esorcizzato.
 
La paura è quella suscitata da un inquietante cartello apparso nella giornata di martedì 20 aprile e immediatamente rimosso dalla Polizia locale. Il testo del messaggio è stato definito dai residenti della zona: «delirante». Alla fine di via Monte Rosa, all'incrocio con la via Spluga, su un tratto di strada sterrata, appeso ad un paletto di legno, ma custodito in una cartelletta di plastica per proteggerlo dalla pioggiAggiungi un appuntamento per oggia, un foglio scritto a penna. Sul foglio, nonostante le evidenti sgrammaticature, una chiara minaccia: “Avviso i proprietari dei cani devono fare gagare i cani a casa propria. Fatelo leggere ai cani capiranno di più di voi. Le polpette sono già pronte”.
«Non vorrei davvero più trovarmi a vivere l'esperienza di due anni fa – ha spiegato un residente di via Monte Rosa che non vuole apparire per paura di ritorsioni – non sappiamo chi abbia messo fuori quel cartello, è certo che non vogliamo più perdere i nostri animali».
 
Due anni fa furono trovare disseminate proprio in quel tratto di strada sterrata pezzi di carne avvelenati. Le polpette erano state ritrovate anche all'interno dei cortili. Sette cani erano morti in preda a spasmi dolorosi e sotto gli occhi impotenti dei propri padroni.
Un paio di animali si erano salvati in extremis, portati di volata dal veterinario, erano stati sottoposti a lavanda gastrica, tra questi c'era Chicco, un pincher che ora dovrebbe avere dieci anni. Al momento la Polizia locale ha le mani legate: «Quel cartello è solo un pezzo di carta pieno di vaneggiamenti – ha spiegato il vicemondante dei ghisa, Maurizio Di Mauro – non è firmato, non sappiamo chi lo ha messo né se ha qualche collegamento con le polpette di due anni fa. E' chiaro che se dovesse verificarsi quello che era accaduto due anni fa, saremmo legittimati ad effettuare degli accertamenti. Per ora possiamo soltanto tenere alta l'attenzione».
Due anni fa, chi aveva distribuito la carne avvelenata, l'aveva fatta franca. Ma se a toccare il “metomil” fosse stato un bambino? Ad ogni modo, chi avvelena un animale, commette un reato penale ed è perseguibile a termini di legge.
 
Ivan Bavuso
IL CITTADINO

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