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CI SONO RIUSCITI: CACCIA SENZA LIMITI
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ROMA - Si sposta alla Camera la lotta sulla caccia tra ambientalisti, appoggiati dal ministro Prestigiacomo, e Governo, dopo l’emendamento all’articolo 38 della Legge Comunitaria approvato oggi in Senato.
Secondo quanto votato oggi in aula, sarà infatti possibile cacciare tutto l’anno, ma solo per quanto riguarda l’avifauna e le Regioni
, per potere stabilire il calendario della stagione venatoria, dovranno obbligatoriamente acquisire il parere preventivo dell’Ispra, l’Istituto superiore protezione e ricerca ambientale, «ai fini della validazione delle analisi scientifiche e ornitologiche».
Resta, invece, invariato per Regioni e Province l’obbligo di rispettare il termine di 5 mesi nella durata della stagione venatoria per le specie di mammiferi di cui è consentita la caccia, pur con la possibilità di modificare i calendari «nel solo senso di riduzione del periodo di attività venatoria» . Calendari che «devono essere comunque contenuti tra il primo settembre e il 31 gennaio dell`anno». Invariate le norme riguardanti gli ungulati. Insomma, rispetto all’emendamento approvato il 21 gennaio in Commissione Politiche europee del Senato, che aveva riproposto la cancellazione dei limiti alla stagione venatoria facendo arrabbiare, e molto, sia le associazioni ambientaliste sia il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, qualche passo avanti è stato fatto.
Ieri l’emendamento all’articolo 38 della Legge comunitaria, presentato dal centro destra, aveva fatto levare gli scudi agli ambientalisti, che si erano riuniti in oltre 100 tra associazioni e movimenti, per fare un appello al premier Berlusconi.
Poi, in Senato, qualcosa è cambiato e sui banchi di Palazzo Madama il ministro per le Politiche Ue Andrea Ronchi ieri sera ha annunciato che con un nuovo emendamento alla Comunitaria era stata trovata una soluzione «in grado di combinare la giusta domanda di tutela della nostra fauna con la necessità di dare risposta alle richieste comunitarie».
«In base all'emendamento - aveva spiegato Ronchi - è ora garantito che il calendario venatorio relativo all’avifauna debba essere supportato da studi scientifici e ornitologici che assicurino la tutela delle specie nei periodi di nidificazione così come l`Ue ci chiede. Tali studi dovranno essere validati dall`Ispra. Per le specie cacciabili di mammiferi che non sono disciplinate dalla direttiva europea permane l`attuale periodo massimo di caccia tra il primo settembre e il 31 gennaio evitando quella liberalizzazione dei periodi che, per queste specie, il testo approvato dalla Commissione avrebbe comportato».
Stamattina il ministro Prestigiacomo aveva denunciato che «il testo in aula al Senato è diverso da quello concordato col governo», e che nel testo c’era il rischio di una interpretazione estensiva delle norme che «lascerebbero intendere che l’Ispra dà un parere ma che la validazione di tale parere possa essere rimessa ad altro, non determinato, soggetto. Tale testo - aveva precisato - non è condiviso dal ministero dell’Ambiente».
Poi, approvato l’emendamento, anche se non solo tutto il centrosinistra ha votato contro, ma anche alcuni esponenti della maggioranza, come i parlamentari del Pdl Basilio Catanoso e Gabriella Giammanco,
la Prestigiacomo si unisce all’allarme rinnovato dagli ambientalisti in presidio davanti al Senato e parla di un «grave colpo di mano al Senato. È stata disattesa l’intesa, il testo va corretto alla Camera».
La Stampa
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